Per la crisi si riduce il budget vacanze ma le sagre estive hanno il vento in poppa. La sagra, del cotechino, dell’anatra, degli agnolotti del culatello, delle cozze e delle acciughe … in Italia non manca la fantasia e l’occasione per organizzare una mangiata corale attorno a un prodotto e in estate si moltiplicano le sagre. Queste, nonostante i tempi difficili, continuano a essere gettonate lungo tutto lo stivale.
Otto italiani su dieci non resistono, attratti dai borghi storici e dall’atmosfera vacanziera ma soprattutto, dalla gola. Così non perdono l’occasione durante l’estate per partecipare a sagre, fiere e mercati di paese dedicate a ricorrenze storiche, religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale che sono molto spesso al centro dei festeggiamenti e che si concentrano nel periodo estivo lungo tutta la Penisola. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti/Ixe’ nell’estate 2016 che evidenzia “l’apprezzamento crescente degli italiani per le sagre” che fanno registrare un aumento del 10% nelle presenze rispetto allo scorso anno.
“Si tratta di una vera e propria tendenza che – sostiene la Coldiretti – è il frutto dell’esigenza di contenere le spese ma anche di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali, soprattutto nel momento delle vacanze estive quando si moltiplicano le iniziative di valorizzazione dei prodotti locali in tutta Italia. Un momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche ma anche più spesso le aree interne meno battute dove si coglie l’occasione per gustare cibi e specialità locali.
Il business è comunque modesto” e, secondo l’analisi della Coldiretti/Ixe, l’8% dei frequentatori non spende niente, il 46% non più di dieci euro per persona e il 17% tra i 10 ed i 30 euro per persona, mentre gli altri non rispondono. Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono dedicate a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale dall’uva ai funghi, dalle telline al peperone fino al tartufo. ”
Una tendenza positiva che va accompagnata però – per Coldiretti – da una maggiore qualificazione dell’offerta che purtroppo non sempre è all’altezza”. Tra i consigli da seguire nella scelta secondo la Coldiretti ci sono infatti la verifica della congruità del “cibo festeggiato” con la realtà produttiva del territorio anche con un occhio alla stagionalità, le garanzie offerte dalla partecipazione delle istituzioni, dai Comuni alle parrocchie fino alle organizzazioni di rappresentanza, il coinvolgimento nell’iniziativa di operatori economici locali dai ristoratori agli agricoltori.