Si chiama gioco d’azzardo patologico (Gap) ed è una sindrome che provoca conseguenze serie su vita lavorativa, familiare, di relazione. A Venezia, nel 2015, la Prefettura, le associazioni di categoria degli esercenti delle sale da gioco, le altre istituzioni coinvolte sul territorio e le associazioni di volontariato hanno siglato un protocollo d’intesa per attuare una strategia integrata di contrasto al problema, attraverso il monitoraggio e la cooperazione con i Comuni, le Aziende sanitarie locali, le Forze dell’ordine, mettendo in campo iniziative di sensibilizzazione e prevenzione. Tra i frutti più recenti dell’intesa vi è il regolamento comunale “tipo” che indica direttive omogenee per la disciplina da parte degli Enti locali in riferimento ai luoghi di raccolta del gioco, come sale, bar, esercizi autorizzati. Messo a punto da un team ristretto di cui fanno parte: Prefettura, Comuni di Venezia e San Donà di Piave, Anci Veneto, Associazioni Avviso Pubblico e Confesercenti, Forze dell’ordine e Asl, ne disciplina la dislocazione sul territorio disponendo orari di apertura e distanza (almeno 500 metri dai luoghi “sensibili” come ad esempio scuole, parchi, luoghi di aggregazione, strutture ricettive per categorie protette). Secondo lo schema regolamentare proposto, inoltre, i locali dovranno trovarsi a livello della strada, ben separati dai luoghi residenziali, e dovrà essere esposto chiaramente il divieto di gioco per i minori di 18 anni, oltre alle indicazioni con le caratteristiche dei singoli giochi e della probabilità di vincita. Tutto questo in linea con la legge regionale n.6/2015 per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio dalla dipendenza dal gioco. I Comuni aderenti al protocollo e tutti gli altri compresi nella Città metropolitana di Venezia potranno valutare, in base alle caratteristiche dei rispettivi territori, se adottare il regolamento adeguando le ordinanze.