Il Rapporto Censis-Green&Blue Index, presentato nell’ambito del G&B Festival, analizza i cambiamenti innescati dalla transizione ecologica presso le istituzioni, la finanza e la popolazione. Per misurare la transizione e verificare sul campo la realtà degli impegni orientati alla transizione, il Green & Blue Index è stato declinato per tutte le 107 province italiane aggregate per dimensione: le città metropolitane, le province con più di 500 mila abitanti, le province con una popolazione fra i 300 mila e i 500 mila abitanti, le province con meno di 300 mila abitanti. Sulla base di 26 indicatori articolati per “contesto”, “popolazione”, “imprese”, l’indice ha consentito di definire le graduatorie per tipologia di provincia, con la possibilità di far risaltare quelle province che hanno mostrato un maggior impegno nel perseguire la transizione. Al vertice troviamo città come Bologna e Firenze fra le aree metropolitane, o Bolzano e Trento fra le province con più di 500 mila abitanti e Pordenone fra le intermedie, ma si rileva anche un protagonismo delle città del Mezzogiorno. Bari, nella classifica delle 14 città metropolitane, si colloca al 4° posto, grazie a ottime performance nella qualità dell’aria o nella produzione di energia da fonti rinnovabili o nella disponibilità di competenze green all’interno del sistema locale di imprese. Messina, presenta un alto numero (fra il 2013 e il 2023) di imprese green attive e si colloca fra i primi posti nel contenere il consumo di suolo in aree ad alta pericolosità idraulica. Cagliari occupa posizioni di vertice nel servizio di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e nella produzione netta di energia da fonte rinnovabile. Fra le piccole città (meno di 300 mila abitanti) è Benevento a guidare le graduatorie della categoria “imprese” e il 3° posto lo ottiene grazie all’alta domanda di green jobs con una competenza specifica sul risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. Nuoro si colloca al 1° posto nell’ambito “imprese” in quanto oltre a rafforzarsi nella dotazione di competenze ambientali, ha anche dato una forte spinta agli investimenti orientati alla sostenibilità.
Dati e informazioni, quelli restituiti dal Green & Blue Index, che superano il divario tra Nord e Sud e segnalano la presenza di elementi che potranno influenzare la transizione nei prossimi anni. In 1° luogo, nonostante le difficoltà che stanno accompagnando l’attuazione dei piani dedicati alla transizione ecologica (PNRR, PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), è alto il livello di engagement che le amministrazioni stanno mostrando nel perseguire gli obiettivi di contrasto agli agenti inquinanti, legati alla mobilità urbana o al comportamento degli individui. In 2° luogo, l’evidenza delle conseguenze che si scaricano sul clima e sulla fragilità dei territori ha richiesto una posizione delle imprese, delle amministrazioni e delle persone, che rende urgente soluzioni adeguate al contrasto delle crisi ambientali. In 3° luogo occorrerà adoperarsi affinché le misure, gli obiettivi e le aspirazioni del percorso di transizione tracciato dall‘UE, mantengano un approccio in grado di mediare tra le spinte contrapposte.
L’Indice di Transizione Ecologica è realizzato attraverso le analisi effettuate sulle 3 dimensioni della transizione: imprese, popolazione e contesto. Le dimensioni “popolazione” e “contesto” premiano i risultati ottenuti catturando un’istantanea del contesto, mentre la dimensione “imprese” premia lo sviluppo delle imprese dal 2016 considerando gli investimenti dedicati alla transizione. Il punteggio maggiore è assegnato alle province che hanno investito di più nel percorso di trasformazione dei processi produttivi a impatto ambientale nullo. Il minore è invece attribuito a quelle province che non hanno iniziato ad investire, o che hanno perseguito il percorso di transizione ecologica prima del 2015 e non hanno continuato a farlo negli ultimi 9 anni, rallentando il processo di transizione. Sono stati selezionati 26 indicatori per ciascuna dimensione e il punteggio dell’indice sintetico è il risultato della media aritmetica dei punteggi delle 3 dimensioni. L’analisi è stata effettuata per le 107 province/città metropolitane, classificate secondo 4 macrogruppi: 1. Città metropolitane (14) 2. Province con più di 500mila abitanti (24) 3. Province tra i 300mila e i 500mila abitanti (34) 4. Province con meno di 300mila abitanti (35)
È Bologna a classificarsi come la 1° città più avanti nella transizione ambientale delle 14, con un punteggio di 80 su 100, il risultato è determinato dalla combinazione del 2° posto nella dimensione “popolazione” (87 punti) e dal 6° e 5° punteggio più alto tra le città metropolitane per le dimensioni “imprese” (77,2 punti) e “contesto” (77 punti). A distanza minima vi è Firenze a 80 punti, e Torino a 79, il capoluogo toscano è il 1° per la dimensione “popolazione” (87,6 punti), mentre 10° e 7° rispettivamente per “imprese” e “contesto”. Vicine al podio la città di Bari (78,7 punti), e a seguire Milano (78,4 punti) e Venezia (78,3 punti), distante la città di Catania (70 punti), ultima delle 14 città metropolitane, con punteggi molto bassi in tutte e 3 le dimensioni, ultima per “popolazione” (57 punti).
Tra le province con più di 500mila abitanti è Bolzano ad ottenere il punteggio maggiore con 82 punti nell’indice e la 1° per dimensione “contesto”, seguita da Trento e Vicenza con 81 e 80 punti, mentre Bolzano eccelle nella dimensione “contesto”, Trento è 1° per la dimensione “popolazione” con 89 punti, chiude la provincia di Lecce con 76 punti, malgrado il 4° posto nella dimensione “contesto”.
Tra le province tra 300mila e 500mila abitanti, è Pordenone ad avere il punteggio più alto (81,3 punti), seguita da Potenza (81 punti) e Lecco (80,7), mentre Sassari e Barletta, Andria e Trani si classificano penultima e ultima con 76,4 e 76 punti. Pordenone è la 1° tra le 34 province in analisi, seppur non risulti prima in nessuna delle dimensioni prese singolarmente. Tra le 35 province con meno di 300 mila abitanti, la 1° classificata è Benevento, con un punteggio di 80 punti, distaccata di 0,1 punti dalla provincia di La Spezia (79 punti), a seguire Siena e Belluno con 79,6 punti, Prato al 4° posto con 79,5 punti e Terni al 5° con 79,4 punti, chiude la classifica la provincia ligure Imperia, con 74,5 punti.
Fonte: Censis