A maggio uscirà di scena il ‘vecchio’ conto termico; per la nuova versione la sfida principale sarà di riuscire a stimolare interventi di efficienza energetica nella Pubblica Amministrazione, che sono stati sinora sfruttati in minima parte rispetto al loro potenziale. Numerose le novità, non solo per chi dovrà beneficiarne ma per tutto il sistema Paese.
Ma cos’è il conto termico? Si tratta di un incentivo volto a promuovere la diffusione di piccoli interventi di efficienza energetica e l’adozione di fonti rinnovabili per la produzione di energia termica. Tipici interventi di efficienza energetica sono la sostituzione di vetri e infissi con altri a più elevata efficienza, il cappotto termico delle strutture, l’installazione di caldaie a condensazione. Tipici interventi di rinnovabili termiche sono il solare termico e le caldaie a biomasse.
“L’erogazione in un’unica soluzione dell’incentivo spettante per importi fino a 5.000 euro (attualmente il limite è di 600 euro), l’abrogazione dei registri a cui il richiedente l’incentivo è tenuto all’iscrizione per particolari interventi, la pubblicazione di un catalogo di prodotti analizzati e validati preventivamente dal Gse ai fini del riconoscimento dell’incentivo”, sottolinea Enrico Biele della Fire, la Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia.
Previsto anche l’innalzamento delle soglie d’incentivo per molti interventi esistenti mentre altri sono stati introdotti ex-novo: tre nuovi interventi sono relativi alla Pubblica Amministrazione (edifici a energia quasi zero, illuminazione per interni e pertinenze esterne; building automation); un quarto intervento, implementabile sia presso la Pa che presso privati, è l’installazione di sistemi ibridi a pompa di calore in luogo di impianti di climatizzazione invernale.
Per quanto riguarda gli obblighi, la necessità di certificazione Uni Cei 11352 per le Esco a partire dal 19 luglio 2016, l’obbligo di contabilizzazione del calore e quello di diagnosi e certificazione energetica per alcuni interventi. Obblighi “che potranno trasformarsi in opportunità”, spiega Biele, in termini di sviluppo di know-how e per pianificare le politiche energetiche del settore termico.
Attraverso le novità previste dal nuovo conto termico, poi, sarà agevolato l’accesso per l’edilizia popolare e le cooperative di abitanti. Tanti aspetti positivi, dunque, ma anche qualche aspetto migliorabile. “Un possibile ritocco futuro – spiega Biele – potrebbe essere l’aumento del contingente complessivo di spesa per la Pubblica Amministrazione, la cui riqualificazione in termini energetici è oggetto di forte attenzione da parte del legislatore, ma non ancora da parte degli operatori di mercato”.
“Nel caso fosse necessario mantenere il saldo totale invariato (900 milioni di spesa annua cumulata tra Pubblica Amministrazione e privati), la riduzione del contingente per i privati – aggiunge – sarebbe attenuata dalla possibilità per gli stessi di accedere alle detrazioni fiscali al 65% e, per gli altri interventi, ai titoli di efficienza energetica”.
Strumento pensato in primis per la Pubblica Amministrazione, “che può accedere a tutti gli interventi di efficienza e rinnovabili termiche incentivati dallo schema. La spesa cumulata annua prevista a regime per la Pa è pari a 200 milioni di euro, che, secondo la Strategia energetica nazionale, sarà in grado di attivare investimenti cumulati al 2020 pari a circa 5 miliardi di euro”, aggiunge Biele.
Gli interventi di “rinnovabili termiche” sono accessibili anche ai soggetti privati, per i quali è prevista una spesa annua cumulata a regime di 700 milioni di euro. Il conto termico trova copertura nelle bollette dei consumatori di gas naturale, dunque è necessario e opportuno che sia ben applicato e monitorato. Per questo, sia la versione attuale (D.M. 28 dicembre 2012) che quella in via di applicazione (D.M. 16 febbraio 2016) contengono articoli dedicati a verifiche e misure di accompagnamento.
Precondizione per accedere all’incentivo è che gli interventi siano realizzati in edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità̀ immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale e che siano dotati di impianto di climatizzazione. Gli interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e sistemi a elevata efficienza (questi ultimi introdotti proprio dal nuovo conto termico) sono: sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti a pompe di calore utilizzanti energia da fonte rinnovabile, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti o di riscaldamento delle serre e dei fabbricati rurali con impianti a biomassa, installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria (anche solar cooling), sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi ibridi a pompa di calore.
“Le previsioni complessive sul conto termico fatte dalla Strategia energetica nazionale stimano un risparmio compreso tra i 2 e i 3 Mtep l’anno di energia finale. Per raggiungere tale obiettivo – aggiunge Biele – le rinnovabili termiche giocheranno un ruolo importante. Sia perché sono l’unica categoria di interventi a cui possono accedere i soggetti privati, sia perché sono gli interventi su cui sinora si è orientato il mercato: nell’anno 2015 oltre il 90% delle richieste di accesso ha riguardato le rinnovabili termiche, di cui la quasi totalità sono interventi di solare termico e caldaie a biomasse”.