Presso la Commissione Bilancio della Camera è in corso l’esame dello schema di decreto ministeriale recante disposizioni relative alla procedura di calcolo ed all’aggiornamento della stima delle capacità fiscali per ogni singolo comune delle regioni a statuto ordinario.
Il Relatore, nella seduta del 30 marzo 2016, ha illustrato i contenuti del decreto, che risponde allo scopo di integrare la nota metodologica per la determinazione del gettito potenziale delle entrate dell’ente sulla scorta della base imponibile e dell’aliquota legale, tenendo presente che le stime sono sottoposte a monitoraggio con cadenza annuale, al fine di considerare eventuali mutamenti normativi. Ha poi sottolineato che per l’anno 2016 i valori sono innovativi rispetto a quelli del 2015 sotto un duplice profilo: l’allineamento alle modifiche introdotte con la legge di stabilità 2016 (eliminazione della TASI sulle abitazioni non di lusso e nuova disciplina per i terreni agricoli esenti da IMU), nonchè l’aggiornamento dei dati di riferimento all’anno 2013 collegati al calcolo dei fabbisogni standard.
Riguardo all’IMU ed alla TASI sulle abitazioni di lusso, la stima della capacità fiscale si è basata sulla entità del gettito teorico (sui dati catastali 2013) confrontato con quello effettivamente riscosso nell’anno 2014, utilizzato in caso di scostamenti superiori al 25 per cento.
La valorizzazione della capacità fiscale relativa al servizio di smaltimento dei rifiuti è stata effettuata sulla base dell’aggiornamento dei coefficienti di riparto dei bisogni standard alla spesa storica complessiva del 2013.
Per la stima della capacità fiscale residuale, relativa ai così detti tributi minori (cosap, tosap, imposta pubblicità, diritti pubbliche affissioni e canone per le installazioni pubblicitarie) è stata aggiornata la base dati del 2013 con la introduzione di alcune correzioni nella distribuzione dei Comuni con meno di 5 mila abitanti.
In conclusione, il Relatore ha rilevato che la stima complessiva per il 2016 è diminuita dell’1,7 per cento rispetto al 2015, passando da 30.593 milioni a 30.068 milioni, attribuendo il maggior peso della flessione alla componente TASI ed in misura minore alla componente IMU . Ha quindi suggerito di proseguire l’esame del provvedimento dopo che sia conosciuto l’esito della discussione presso la Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale.