La rivoluzione urbana verde rappresenta certamente una delle costole portanti della transizione ecologica, assunta a livello globale come l’essenza di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, ormai urgente e indilazionabile. La dimensione urbana europea, pertanto, sta evolvendo in questa direzione grazie a una varietà d’iniziative e di progetti già realizzati o in corso. I risultati sono evidenti, ma contraddizioni e limiti di tale processo non mancano. Non a caso, in media nelle città europee le infrastrutture verdi e blu (orti, giardini privati, parchi, alberi stradali, acqua e zone umide) costituisco il 42% dell’area urbana, ma solo il 3% è rappresentato da aree verdi accessibili al pubblico e le disuguaglianze sono fortissime, sia tra le diverse città, sia tra diverse aree degli stessi centri urbani.
Dati confermati dall’agenzia Europea per l’ambiente con il report “Chi beneficia della natura nelle città? Disuguaglianze sociali nell’accesso agli spazi verdi e blu urbani in tutta Europa”, che ha analizzato la situazione nei 38 paesi membri dello Spazio Economico europeo (i 27 membri della Ue con Islanda Liechtenstein, Norwegia, Svizzera, Turchia, Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia e Serbia). In generale, è emerso che le città del nord e dell’ovest dell’Europa hanno più spazio verde totale rispetto a quelle dell’Europa meridionale e orientale. All’interno delle città, poi, il grado di aree verdi varia tra i quartieri: in tutta Europa, lo spazio verde è meno disponibile nei quartieri urbani a basso reddito, con differenze spesso dovute al mercato immobiliare, dove le proprietà nelle aree più verdi sono più costose.
In Europa, la città con la percentuale più alta di spazio verde totale (95,8%) è Cáceres in Spagna, mentre quella con meno spazio verde totale (6,8%), è Trnava in Slovacchia . Per quanto riguarda l’accessibilità al pubblico, le città in evidenza sono Ginevra (Svizzera), L’Aia (Paesi Bassi) e Pamplona/Iruña (Spagna), dove lo spazio verde rappresenta oltre il 15% dell’area cittadina.
Gli ultimi dati del visualizzatore della copertura arborea urbana dell’Aea mostrano che la copertura urbana media per le città in 38 paesi membri del See si è attestata al 30%, con le città in Finlandia e Norvegia che hanno la percentuale più alta di copertura arborea, mentre le città di Cipro, in Islanda e Malta avevano il livello più basso, sotto il 10%. Confrontando le sole capitali, la copertura arborea varia dal 4% a Nicosia al 72% a Oslo. Pochi benefici dalla natura si riscontrano nelle aree di Torino ad alta densità abitativa, come a quelle di Berlino, dove i quartieri molto popolosi sono abitati in prevalenza dagli immigrati con un accesso limitato allo spazio verde. Ma anche a Oslo gli immigrati hanno meno accesso alle aree verdi per attività ricreative all’aperto e a Helsinki vivono più lontano dallo “spazio blu” rispetto ai non immigrati. In sostanza, le comunità con un’elevata percentuale d’immigrati e minoranze etniche hanno meno accesso a spazi verdi e blu di alta qualità.