L’Intelligenza artificiale si conferma sempre più cuore pulsante della transizione digitale, attraversando e rivoluzionando tutti i settori di possibile applicazione. La metropoli, che si vuole intelligente, dinamica e a misura d’uomo, è indubbiamente il principale target sul quale progettare e introdurre applicazioni di AI, a cominciare dalla mobilità. Una dimensione cruciale per la vita delle città, percorse permanentemente da flussi di residenti che si spostano da casa al lavoro, da un luogo all’altro, ma anche caratterizzate da caos e inquinamento che vanno assolutamente gestiti e calmierati. Argomenti che attengono direttamente al presente e soprattutto al nostro immediato futuro di cui si è discusso nel convegno organizzato da Anci Digitale dal titolo “Il contributo dei big data alla stesura dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile – PUMS” nell’ambito della XXXVIII Assemblea nazionale Anci.
“Intelligenza artificiale e big data possono aiutare alla stesura dei PUMS. Il settore dei trasporti e ampiamente pervaso e trasformato dall’Intelligenza artificiale, come lo è l’assetto urbano complessivo – ha esordito così Franco Minucci, Amministratore unico di Anci Digitale, presentando l’iniziativa e i relatori – Il Piano urbano della mobilità sostenibile è dunque cruciale per coordinare i flussi di spostamento. I Comuni hanno ormai avviato l’iter di elaborazione dei PUMS al fine di orientare le politiche di mobilità per i prossimi 10 anni, accedendo ai finanziamenti previsti dal decreto 4 agosto 2017 del Ministero dei trasporti – ha ricordato Minucci – Per gli amministratori locali la stesura di questo piano è dunque fondamentale per perseguire alcuni importanti obiettivi: qualità della vita e dell’ambiente, della sicurezza stradale, nonché della salute. Cosa fare in questa fase su tale tema? – Si è domandato infine Minucci – In primo luogo acquisire effettivamente i finanziamenti nazionali, poi spenderli nel modo migliore. Anci Digitale intende coinvolgere tutti i soggetti interessati per favorire e accompagnare le amministrazioni locali ad attrezzarsi nel redigere PUMS evoluti e all’altezza delle sfide da affrontare e vincere. Un interessante spunto è venuto dall’intervento di Paolo Truzzu, Sindaco di Cagliari: “Vorrei dare qualche suggerimento in materia di impiego dell’AI nella mobilità urbana – ha detto – Le scelte che facciamo oggi sono a breve termine, perché le trasformazioni tecnologiche vanno molto veloci e ci surclassano. Dunque, c’è il rischio che il piano che un Comune approva possa rivelarsi obsoleto quasi subito. Pertanto, occorrono “piani-processo” in grado di modificarsi in corso d’opera sulla base dei dati che arrivano quotidianamente. A tal fine servono piattaforme digitali in grado di far colloquiare sensori e banche dati secondo una logica IoT. Purtroppo, le resistenze burocratiche ostacolano e rallentano l’adozione di tale metodologia flessibile e in grado di rendere la mobilità urbana veramente sostenibile e intelligente. Bisogna intervenire, pertanto, su questo aspetto cruciale, se vogliamo effettivamente favorire il consolidamento di un sistema di mobilità sostenibile e smart nelle nostre città”.
Di pari interesse le considerazioni di Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci -Automobile Club d’Italia. “Da tempo stiamo monitorando l’evoluzione del settore – ha affermato – Dai giovani arrivano le prime indicazioni in materia di comportamento: liberarsi dall’auto negli spostamenti per essere più mobili e meno stressati sul territorio, avvalendosi soltanto dell’ausilio del cellulare. Oggi, però c’è un ritorno all’auto privata a causa della pandemia, sebbene lo smart working abbia dato una mano ad evitarne l’uso per motivi di sicurezza sanitaria. E’ complicato capire le linee di tendenza. Cosa accadrà? Il TPL tornerà a essere molto usato? Vedremo. Un dato positivo – ha segnalato Sticchi Damiani – è la propensione ad acquistare auto elettriche o ibride. Noi crediamo molto nell’introduzione di auto a guida autonoma, perché si ridurrebbero gli incidenti aumentando la sicurezza. La diffusione dei monopattini è un fenomeno positivo, ma va gestito con cautela. Tutto ciò ribadisce l’importanza dei Piani urbani – ha concluso il presidente dell’ACI – che vanno costruiti e implementati, anch’essi, in modo nuovo, veramente intelligente”.
Ad Andrea Orlandi, sindaco di Rho, è toccata l’incombenza d’illustrare le esperienze realizzate dal suo Comune in tema, con particolare riguardo all’impiego dei Big Data ai fini di una gestione ottimale della mobilità urbana. Particolarmente acuta una sua considerazione: “I Big Data devono spingere per una radicale trasformazione della Pa. Tanti dati custoditi in “scatole diverse” non aiutano veramente a migliorare le attività umane, perché risultano poco fruibili in quanto a carattere dispersivo”. Più domande che certezze sono venute, invece, da Alessandro Balboni, assessore del Comune di Ferrara, che ha detto: “Sottolineo l’aspetto della sostenibilità nei PUMS. Ferrara è caratterizzate da un grande pendolarismo. Cosa inquina davvero le nostre città? La prima fonte d’inquinamento è il riscaldamento. Siamo davvero sicuri che la mobilità elettrica sia davvero ecocompatibile? C’è il problema delle batterie (produzione e smaltimento). Il nostro PUMS parte dal concetto del primato delle comunità, ossia deve essere conosciuto, comprensibile e condiviso dai cittadini – ha poi spiegato – La raccolta dei dati, essenziali per elaborare Piani informati e flessibili della mobilità, deve essere anche low cost per consentire ai Comuni di potere accedere alle informazioni sul traffico urbano senza appesantire spese e bilanci”.
La parola è passata poi agli operatori sul campo. Il primo a intervenire è stato Valentino Sevino, Direttore Pianificazione mobilità di Amat – Agenzia Mobilità Ambiente e territorio del Comune di Milano. “La digitalizzazione e i nuovi servizi di mobilità ci forniscono quotidianamente i loro dati, che noi raccogliamo e utilizziamo per predisporre un report periodico da consegnare all’assessore competente, utile per varare tempestivamente provvedimenti ad hoc– ha spiegato così il funzionamento e l’implementazione del PUMS del Comune di Milano – Dico queste cose per dimostrare l’utilità di una piattaforma d’intelligenza artificiale in grado di recepire, coordinare e sintetizzare tutti i dati relativi all’area metropolitana e non soltanto al settore della mobilità. Obiettivo, costruire una pianificazione in grado di soddisfare meglio esigenze e istanze dei cittadini nel loro divenire”.
La voce delle banche ha assunto le tonalità di Valentina Berbotto – Finanziamento e Crescita Start Up, Intesa Sanpaolo Center – che ha chiarito la mission della sua struttura: identificare i nuovi modelli di business, studiarli e metterli a disposizione delle imprese. “Intercettiamo l’offerta d’innovazione, che viene generalmente dalle start up in Italia e all’estero, la valutiamo e la proponiamo al fine di operare come acceleratore d’impresa”, ha detto la Berbotto – In particolare, abbiamo anche un programma dedicato alla mobilità, intesa in senso ampio (movimento di cose e di persone). In altre parole, il nostro ruolo è mettere in contatto le start up ad alto contenuto tecnologico, anche internazionali (il Texas un valido esempio), con gli attori del territorio (PMI, corporate, amministrazioni locali), ossia essere aggregatori di ecosistemi stabili. Abbiamo avviato, pertanto, un proficuo rapporto con il Comune di Torino, una città in rapido cammino verso una matura dimensione smart”.
Ha concluso il convegno l’intervento di Gerardo De Rubeis, Area Manager North Italy di Esri Italia, azienda che si occupa di sistemi informativi territoriali, spiegando come attraverso modelli d’intelligenza artificiale venga raccolta, assemblata e analizzata l’imponente massa di dati trasmessa da un capillare sistema di sensori dispiegati sul territorio.