“Tra i tanti e persistenti divari economici e sociali del nostro Paese, esiste anche quello relativo agli investimenti diretti esteri e alla partecipazione del Mezzogiorno all’economia globale. Secondo stime recenti del Centro Studi di Confindustria, nel Sud c’è solo l’8% del valore delle imprese a controllo estero operanti del nostro Paese e il 10% circa degli occupati”. Lo ha detto il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, intervenendo alla riunione straordinaria della Cabina di regia sull’internazionalizzazione, dedicata al tema dell’attrazione degli investimenti esteri.
Il ministro Carfagna ha annunciato una serie di misure per dare maggiore attrattività agli investimenti esteri nel Mezzogiorno. Oltre alla proroga della decontribuzione del 30 per cento dei contratti di lavoro (“in vigore per il 2021 e che stiamo provando a estendere fino al 2029”), è in arrivo una riforma della governance delle Zone Economiche Speciali (ZES) e un accordo di partenariato strutturale con il Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale per diffondere il più possibile tra gli investitori internazionali, attraverso la rete diplomatico-consolare e la rete degli Uffici ICE, le opportunità e le agevolazioni di cui potranno godere gli operatori economici esteri nelle ZES italiane.
“Sia per le ZES, che per il contesto più ampio del Mezzogiorno – ha detto Carfagna – penso sarebbe utile lavorare a una guida ad hoc per gli investimenti al Sud, che valorizzi il contesto del Mezzogiorno e renda evidente agli occhi dei potenziali investitori che il Sud Italia non è un deserto ma un giacimento di imprese di alto valore (sia nei settori tradizionali che in quelli ad alto contenuto innovativo), università di eccellenza, lavoratori qualificati e altamente creativi, un ambiente adeguato alle loro esigenze, una destinazione strategica rispetto ai grandi traffici euro-mediterranei”.