Ieri in provincia di Forlì-Cesena è straripato il fiume Savio. Estesa l’allerta arancione per pericolo di esondazioni e frane nei diversi bacini romagnoli. In tutta la regione Emilia Romagna resta alta l’allerta per la piena dei fiumi sul tratto del litorale romagnolo, sulla costa ferrarese come pure in riferimento all’area emiliana centrale e orientale. Anche oggi, come nei giorni precedenti continua il monitoraggio delle arginature da parte della Protezione civile regionale, dell’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), del Vigili del fuoco e dei Comuni, supportati dal volontariato. Sono stati chiusi il ponte Alto, dell’Uccellino, del Navicello, Curtatona, Gherbella; per ragioni di sicurezza chiuse anche le scuole di Sozzigalli, Bastiglia e Sorbara. Il prefetto ha chiesto il concorso dell’Esercito con una squadra di uomini e mezzi per il monitoraggio e la messa in sicurezza delle arginature, in raccordo con la Protezione civile. La sala operativa unificata segue costantemente l’evolversi della situazione, in relazione alla quale verranno adottati i necessari provvedimenti.
L’osservazione continua anche nelle zone a valle, che verranno progressivamente interessate dall’onda di piena. I cittadini sono stati invitati a limitare allo stretto indispensabile i movimenti e a non sostare in prossimità o sul limitare dei corsi d’acqua. Sul territorio dell’Emilia Romagna l’analisi è presto fatta: sono necessarie opere di consolidamento dei versanti in frana, la riapertura di strade comunali e provinciali chiuse a causa di cedimenti e dissesti, nuove arginature, la realizzazione di casse di espansione, tagli della vegetazione nei corsi d’acqua e lavori di rifacimento di scogliere e opere a protezioni del litorale.
Ed è di 21 milioni di euro la quota di fondi che il Ministero dell’Ambiente ha destinato a quest’area d’Italia, rispetto ai 102 necessari a completare il piano per la prevenzione del rischio idrogeologico e la sicurezza del territorio messo a punto dalla Regione, che prevede 89 interventi da Piacenza a Rimini, opere già tutte cantierabili entro l’anno. Uno stanziamento non certo sufficiente che ha spinto il presidente della Giunta regionale (che è anche commissario straordinario per il rischio idrogeologico) a scrivere al Mattm chiedendo il rispetto degli impegni presi, oltre a inviare a Roma l’elenco dei primi 18 interventi urgenti, che potranno partire, appunto, con i 21 milioni attualmente disponibili.
Su questo sfondo è altresì attivo l’Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio che di quest’ultimo promuove la tutela nelle politiche regionali. Questo organismo multidisciplinare che realizza attività finalizzate alla lettura e all’analisi dei paesaggi si occupa, non solo dei rilevamenti eccezionali, ma anche di quelli quotidiani nelle aree naturali, rurali, urbane e periurbane, in maniera multidisciplinare, promuovendo l’integrazione dei differenti approcci di osservazione del territorio (ambientale, agricolo, storico, culturale, turistico, geomorfologico, scientifico, percettivo, economico, sociale) creando reti di relazioni tra professionalità, conoscenze, esperienze.
Le funzioni dell’Osservatorio sono: l’integrazione del tema del paesaggio nelle politiche regionali e degli Enti locali; la definizione di linee guida per la corretta ed efficace protezione, gestione e pianificazione del territorio; la definizione di indicatori di qualità del paesaggio; l’individuazione di progetti e di strumenti idonei alla conservazione, evoluzione e trasformazione del paesaggio; il monitoraggio della pianificazione e trasformazione dell’intera area regionale; sviluppare la valorizzazione del paesaggio mediante l’approfondimento di temi e contenuti importanti e la raccolta di dati, informazioni ed esperienze rilevanti per la salvaguardia, la gestione e la riqualificazione dei territori; sensibilizzare all’educazione e conoscenza del paesaggio, con attività di formazione e aggiornamento per gli amministratori e gli operatori pubblici e liberi professionisti e attività di informazione e diffusione per i cittadini; promuovere la costituzione di Osservatori locali, che si costituiranno in rete, mediante il supporto alle azioni di conoscenza e di approfondimento del paesaggio locale. Nel quadro d’insieme, in base ad osservazioni, analisi e rilevazioni l’investimento contro il dissesto idrogeologico diviene, senza dubbio, il modo migliore per salvaguardare il territorio, garantendo la sicurezza delle persone, dell’ambiente e degli edifici. Prevenire è sempre meglio che curare.