Dando seguito ad un invito formulato dal Consiglio europeo nel marzo di quest’anno, la Commissione guarda ora in concreto ad futuro sostenibile, in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi, volendo mantenere l’aumento di temperatura ben al di sotto dei 2°C e perseguendo gli sforzi per attestarsi al valore di 1,5°C.
La strategia di lungo termine esamina la gamma di opzioni a disposizione degli Stati membri, delle imprese e dei cittadini e il modo in cui queste scelte potranno concorrere a modernizzare l’economia migliorando la qualità di vita delle persone. A tal fine la Commissione europea ha elaborato tre diverse possibilità che costituiscono la base dei negoziati tra i governi per l’adozione di una strategia climatica di lungo respiro, che sappia rispondere pienamente all’Accordo di Parigi.
La prima opzione prevede una riduzione delle emissioni entro il 2050 dell’80%; la seconda una riduzione del 90% al 2050 con completa decarbonizzazione entro per il 2070; la terza prevede zero emissioni entro il 2050 con una riduzione delle emissioni del 95% ed il 5% di assorbimenti di carbonio attraverso azioni agro-forestali.
Il vicepresidente Maros Sefcovic, responsabile per l’Unione dell’energia, ha dichiarato: “Non è possibile vivere in sicurezza su un pianeta in cui il clima è fuori controllo. Ma ciò non significa che per ridurre le emissioni dovremo ridurre anche il livello di vita degli europei. Negli ultimi anni abbiamo dimostrato come sia possibile ridurre le emissioni, creando al contempo ricchezza e nuovi posti di lavoro di qualità a livello locale e migliorando la qualità della vita dei cittadini. E’ inevitabile che l’Europa continui a trasformarsi. La nostra strategia dimostra ora che è realistico rendere l’Europa prospera e a impatto climatico zero entro il 2050, senza lasciare indietro nessun cittadino o regione europea.”
“La Strategia proposta dalla Commissione europea è inadeguata rispetto alla crisi climatica che stiamo vivendo – ha detto invece il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – e le conseguenze, come l’amplificarsi degli effetti di frane e alluvioni, sono sotto gli occhi di tutti. E’ indispensabile un maggiore impegno da parte dei paesi più ricchi, quelli cioè che hanno sia maggiori capacità economiche per affrontare quest’emergenza, sia responsabilità storiche per l’attuale livello di emissioni climalteranti. L’Europa senza dubbio è tra questi – ha continuato – così come lo è l’Italia che deve impegnarsi con forza in questa direzione e lavorare per accelerare la decarbonizzazione dell’economia nazionale ed europea. Solo così sarà possibile vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale, creando nuove opportunità per l’occupazione e la competitività delle nostre imprese”.
“Così come evidenziato nel recente Rapporto del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici – ha aggiunto Zanchini – i prossimi 12 anni saranno cruciali per affrontare la sfida imposta dai cambiamenti climatici. Purtroppo le tre opzioni messe sul tavolo non rispondono a questa urgenza e sono inadeguate a dare piena attuazione agli obiettivi di lungo termine dell’Accordo di Parigi. Sebbene l’opzione zero emissioni nette entro il 2050, preferita dalla Commissione, rappresenti un significativo passo in avanti rispetto alle altre due, è anch’essa insufficiente. Per contribuire a contenere l’innalzamento della temperatura entro la soglia critica di 1.5°C, l’Europa deve impegnarsi a raggiungere zero emissioni nette entro il 2040 attraverso una Strategia climatica di lungo termine in grado di accelerare la transizione verso un futuro rinnovabile e libero da fonti fossili. In Europa e in Italia – ha concluso il vicepresidente di Legambiente – ci sono tutte le condizioni per sfruttare appieno le nostre potenzialità economiche imprenditoriali e tecnologiche andando ben oltre il 55% entro il 2030, proposto già da diversi governi europei e dall’Europarlamento, in coerenza con una traiettoria in grado di consentirci di raggiungere zero emissioni nette entro il 2040”.
La strada verso un’economia a impatto climatico zero richiede di intervenire congiuntamente in sette ambiti strategici dicono da Bruxelles: efficienza energetica; diffusione delle energie rinnovabili; mobilità pulita, sicura e connessa; competitività industriale e economia circolare; infrastrutture e interconnessioni; bioeconomia e pozzi naturali di assorbimento del carbonio; cattura e stoccaggio del carbonio per ridurre le emissioni rimanenti. Tutte priorità strategiche che concorreranno a fare della nostra visione una realtà.
In questo quadro d’insieme la Commissione invita il Consiglio europeo, il Parlamento europeo, il Comitato delle regioni, il Comitato economico e sociale ad approfondire la visione dell’Ue a impatto climatico zero entro il 2050. Per preparare i capi di Stato o di governo a programmare il futuro dell’Europa in occasione del Consiglio europeo del 9 maggio 2019 a Sibiu, i ministri di tutte le formazioni del Consiglio dovrebbero tenere dibattiti e confronti aperti sul contributo che le rispettive aree strategiche apporteranno alla visione globale.