L’Associazione ambientalista scatta la nuova istantanea sui centri urbani e redige il XXV Rapporto, con la partecipazione scientifica di Ambiente Italia, la collaborazione editoriale de Il Sole 24 ore e con un contributo di Ispra sui corpi idrici.
Il documento è stato presentato il 29 ottobre a Milano. Una novità di quest’anno è l’analisi della capacità dei Comuni di smaltire i propri rifiuti nel proprio territorio che sarà oggetto di un approfondimento nella prossima edizione.
In vetta alla graduatoria di Ecosistema Urbano di quest’anno troviamo Mantova, Parma, Bolzano, Trento e Cosenza. Realtà che si sono impegnate a crescere in termini di sostenibilità e di efficienza. Vediamo poi le buone esperienze legate all’AreaC di Milano e della mobilità condivisa, quella della gestione dei rifiuti di Oristano, Parma, Trento, Mantova, Treviso e Pordenone, della tramvia di Firenze, quella che contiene lo spreco di acqua a Macerata e a Monza, l’esperienza dell’energia solare a Padova, che teleriscalda 6.000 studenti degli istituti scolastici superiori, proprio come aveva fatto Udine lo scorso anno. Ma di buone pratiche nel nostro Paese ce ne sono tante: si pensi ad esempio all’ampliamento degli spazi a disposizione dei pedoni realizzato a Firenze, oppure a Bergamo che ha allargato la Ztl fino a farla diventare la più estesa d’Italia. C’è poi Ferrara sempre più bike friendly, per non parlare di Reggio Emilia e Bolzano con la ciclopolitana o di Pesaro con la bicipolitana. La cultura del cambiamento, insomma, avanza ma “Serve un governo delle città a livello nazionale – ha detto il presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Non bisogna rispolverare il Ministero delle aree urbane di 30 anni fa, quanto piuttosto una politica governativa trasversale sulla riconversione ecologica delle città che guidi in modo sinergico le azioni dei vari dicasteri a vario titolo coinvolti, dall’Ambiente alle Infrastrutture, dalla Salute ai Trasporti, fino ad arrivare allo Sviluppo economico. Su alcuni fronti le politiche ambientali nelle nostre città migliorano anche in modo inaspettato, come nel caso dei rifiuti e dell’economia circolare, su altri, ancora troppi, c’è molto da lavorare. Spesso è stata l’Europa a costringerci a darci da fare e a spingerci verso buone politiche ambientali. Se Milano ha inaugurato il suo primo depuratore 15 anni fa è grazie alla condanna europea. Se Roma 5 anni fa ha chiuso finalmente la discarica di Malagrotta, lo dobbiamo alle multe comunitarie. Il nostro auspicio però è che nel futuro non ci sia più bisogno di condanne alla Corte di giustizia europea ma che si possa contare su una strategia nazionale all’avanguardia, come fatto ad esempio sulle leggi italiane per la lotta all’inquinamento da plastica, più volte copiate nella Ue. Speriamo che questo possa avvenire non solo per le politiche urbane ma per tutte quelle ambientali del nostro Paese”.
“Ci sono evidenti comportamenti dinamici di una parte dei centri urbani – ha poi sottolineato Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente e curatore insieme a Mirko Laurenti e Lorenzo Bono del Report – come pure una stasi altrettanto chiara in altri che ci porta a distinguere due specie distinte, due categorie opposte, diverse da quelle solite nord-sud, grandi-piccoli, ricchi-poveri. Da una parte città formica, laboriose, che non s’accontentano, dall’altra città cicala, che cantano future trasformazioni e in realtà assecondano la crisi ambientale urbana anziché cercare di correggerla. Insomma il cliché, valido in passato, del centro urbano medio-piccolo del nord come luogo predestinato alla qualità ambientale non è più universalmente valido Lo dimostrano i balzi avanti della metropoli Milano e della meridionale Cosenza. Non più liquidabili come singole eccezioni, dal momento che Ecosistema Urbano registra prestazioni positive anche a Oristano, Macerata e Pesaro”.
Quest’anno in coda alla classifica di Ecosistema Urbano si piazzano Catania, Agrigento e Massa, mentre uno sguardo alle grandi città mette in luce situazioni altalenanti. Nella prima edizione del Report (1994), Milano occupava la penultima posizione, faceva peggio solo Napoli, che si trovava così all’ultimo posto. Nel 2017 il capoluogo lombardo era 31esimo, oggi è 23esimo.
Napoli negli anni è rimasta stabilmente nella parte bassa della graduatoria, Roma è ripiombata in coda a partire dal 2010, dopo un’ascesa che l’aveva portata nel gruppo delle prime trenta, Torino addirittura quarta nel 1998 e nona l’anno successivo, da oltre dieci anni invece è sempre al di sotto della sufficienza. Tanti i punti di forza e le criticità in questa fotografia del nostro Paese, spunti importanti per rilanciare il dibattito a livello locale, nazionale ed internazionale, sull’impatto delle politiche della mobilità e dell’ambiente sulla vita di dei cittadini.
A Rimini l’8 novembre, nel corso di Ecomondo, verrà premiata da Legambiente una selezione di buone pratiche riportate nel Rapporto Ecosistema Urbano, un’occasione per segnalare le esperienze più virtuose delle città, che potranno essere replicate in diversi altri contesti.