E’ stato inaugurato la scorsa settimana a Vittorio Veneto, un impianto di distribuzione di biometano derivato da rifiuto organico che servirà ad alimentare i camion della raccolta di rifiuti urbani Savno, attivi in 44 Comuni del trevigiano. Il biometano viene prodotto dalla gestione dell’umido raccolto sul territorio in modo differenziato, poi utilizzato dalla società di trasporti locale.
Il combustibile green prodotto in un impianto di Este, in provincia di Padova, andrà così a sostituire il gasolio e consentirà alla società Savno di risparmiare circa il 40% delle spese per il rifornimento dei mezzi, che fino ad oggi si è attestata a 800.000 euro l’anno. Ma non è tutto, la struttura infatti, entro breve tempo, potrà essere a disposizione di tutti i cittadini interessati a soluzioni meno inquinanti per i propri mezzi. La capacità del nuovo distributore, che viene stimata in quasi 35 tonnellate di gas, ha richiesto un investimento di 500.000 euro.
La cosiddetta Digestione Anaerobica è un processo biologico attraverso il quale i substrati organici vengono trasformati in biogas. Il procedimento consiste nella degradazione e stabilizzazione del materiale organico in assenza di ossigeno realizzata da un gruppo di microorganismi (batteri idrolitici, batteri acidogeni, batteri acetogenici e archeabatteri metanogenici ) che porta alla produzione di un biogas con un buon contenuto energetico. La degradazione ha luogo in digestori progettati per garantire condizioni ottimali di crescita al consorzio microbico (ambiente anaerobico, miscelazione, temperatura, ph, carico organico, e tempo di ritenzione idraulica). Il biogas ottenuto può avere diversi utilizzi: produzione di calore, produzione di energia elettrica e calore mediante cogenerazione, produzione di energia elettrica calore e freddo mediante trigenerazione, puricazione upgrading e compressione per la produzione di biometano da utilizzare per autotrazione o per l’immissione nella rete. Gli impianti di biogas si caratterizzano in funzione della filiera di approvvigionamento delle biomasse, della tipologia delle stesse, dei pre-trattamenti o post-trattamenti necessari e dalla tipologia di reattoristica scelta.
In Italia nel 2014 la produzione di biogas, in termini di energia primaria, è stata di 1,96 Mtep, mentre la produzione di energia elettrica (ottenuta principalmente in cogenerazione) è stata di 8,1 TWh. In riferimento all’energia primaria, il 77% è stato prodotto in impianti agro-industriali e di trattamento del riuso organico urbano, mentre le discariche hanno prodotto il 20%. Il restante 3% deriva da impianti di depurazione delle acque. Secondo il Gestore servizi energetici, la potenza installata per il settore elettrico del biogas nel 2013 era di 1.388 MW, con una produzione di 7,4 TWh. Sempre cinque anni fa nell’intera Penisola erano presenti 1.713 impianti di biogas di cui 346 da rifiuti, 68 da fanghi, 379 da deiezioni animali e 920 da attività agricole.
La pubblicazione del Decreto ministeriale 2 marzo 2018 dovrebbe sbloccare l’avvio della produzione di biometano, anche in Italia. Le potenzialità di produzione sono tutt’altro che trascurabili. Nell’ipotesi di trasformare in biometano le quantità attualmente disponibili di scarti agricoli, reflui zootecnici, frazione organica dei rifiuti urbani e fanghi di depurazione delle acque, si valuta una produzione di circa 4 miliardi di Sm3/anno di biometano. Un incremento potrebbe altresì arrivare da una maggiore quota di raccolta differenziata giungendo così a realizzare ulteriori 2 miliardi di Sm3/anno.
Per i produttori di biometano sono previsti incentivi in relazione a quanto immesso al consumo nei trasporti o attraverso i distributori. In riferimento a ciò è previsto il rilascio dei Certificati di immissione in consumo (Cic), calcolati secondo le procedure del Gse: per i produttori di biometano avanzato il riconoscimento è di 375 euro per ogni Cic (un incentivo che ha una durata massima di 10 anni) a cui si aggiungono maggiorazioni legate agli impianti; c’è anche la possibilità del “ritiro” da parte del Gse per la quantità, del biometano avanzato.
Il Gestore servizi energetici inoltre, aggiorna e pubblica le procedure operative, un contatore per il monitoraggio del raggiungimento del limite massimo posto dal decreto di 1,1 miliardi di Smc/anno, le graduatorie con l’elenco degli impianti ammessi all’incentivazione e un bollettino informativo sugli impianti. A poter usufruire degli incentivi sono i nuovi impianti di produzione di biometano che entreranno in esercizio dopo l’entrata in vigore del decreto ed entro il 31 dicembre 2022, come pure quelli esistenti riconvertiti parzialmente o totalmente entro la stessa data, anche con implementazione di potenza.