Con il nuovo Piano amianto regionale approvato dalla Giunta a fine 2017 la Regione Emilia Romagna mette a disposizione oltre 3 milioni di euro nel 2018 per azioni volte a tutelare la salute e l’ambiente. I contenuti del Piano, condiviso dagli assessorati all’Ambiente e alle Politiche per la salute, sono stati definiti coinvolgendo i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dell’Associazione nazionale comuni italiani Emilia Romagna, in armonia con il Programma nazionale amianto – Linee d’intervento per un’azione coordinata delle Amministrazioni statali e territoriali.
Il nuovo Piano amianto, che rientra in quello più ampio della prevenzione 2015 – 2018, pone tra i propri obiettivi il consolidamento della sorveglianza epidemiologica e sanitaria, della conoscenza sulle attuali esposizioni all’amianto, il miglioramento della tutela della salute e della qualità degli ambienti di lavoro in relazione al rischio. Già nel 1996 la Regione Emilia Romagna ha adottato un “Piano regionale di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”. Negli ultimi 15 anni sono stati destinati 28,8 milioni di euro di contributi a pubblici e privati (aziende) per la bonifica. A questi si aggiungono 3,2 milioni per la rimozione e lo smaltimento di 6.500 tonnellate di macerie contenenti amianto in seguito al terremoto del 2012. Sul totale, 26 milioni (di cui 9 solo in questa legislatura) sono stati stanziati per gli interventi nelle imprese (piccole, medie e grandi); gli altri 2,8 milioni sono serviti per effettuare rimozioni d’amianto in 20 scuole già mappate col Piano del 1996, oltre ad altre 52 scuole extra mappatura.
A questo si aggiunge l’impegno della Regione per la tutela sanitaria dei lavoratori esposti: presso il Dipartimento di sanità pubblica dell’Azienda Usl di Reggio Emilia è stato istituito il Registro regionale mesoteliomi, che è attivo dal 1996. Molto prima del Registro nazionale, che risale al 2002. In Emilia-Romagna si sono registrate più di 150 nuove diagnosi di mesotelioma maligno in media l’anno, nel periodo 2011-2013; 133 nel 2014, 148 nel 2015. Centotredici, infine, i nuovi casi nel 2016 (dato non ancora del tutto consolidato).
Con il nuovo Piano regionale si prevede la costruzione di archivi regionali di lavoratori attualmente o precedentemente esposti; il miglioramento dei processi di acquisizione delle informazioni sulla diffusione di amianto nelle condotte degli acquedotti; la qualificazione da parte del Ministero della Salute dei laboratori che effettuino le analisi per amianto, come previsto dal Decreto ministeriale del 14 maggio 1996. Per pianificare bonifiche e controlli in base a criteri di priorità e in raccordo con gli altri enti coinvolti, il Piano vuole approfondire le più efficaci modalità di mappatura e promuovere comuni procedure semplificate per gestire le segnalazioni sulla presenza di amianto.
Il programma favorirà inoltre i sistemi più veloci per la rimozione e lo smaltimento, da parte dei privati cittadini, di piccole quantità di amianto in matrice compatta, che, a differenza di quello friabile, può essere sbriciolato o ridotto in polvere solamente con l’impiego di attrezzi meccanici, e non con la semplice azione manuale. Attualmente questa tipologia di raccolta è già presente circa nell’80% dei comuni e gratuita nel 50%. Sempre per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, il Piano prescrive le tecniche per la corretta gestione dei rifiuti contenenti amianto, dalla bonifica al conferimento in discariche idonee, e per la misurazione e il monitoraggio di emissioni e composti organici volatili. Precise istruzioni anche per i siti di estrazione delle cosiddette pietre verdi, cioè le rocce ignee ricche di minerali ferrosi (ofioliti) utilizzate nelle costruzioni come riempimenti o pietre ornamentali, che potrebbero presentare inclusioni di amianto.
Per tutelare ancora di più i lavoratori che sono esposti (o che lo sono stati) all’amianto, il Piano prevede la costruzione di un programma regionale di assistenza, informativa e sanitaria, dedicata ai lavoratori ex esposti ad amianto nei Dipartimenti di Sanità pubblica delle Aziende Usl, e l’istituzione di una rete regionale per la presa in carico dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico. Si lavorerà anche per migliorare la qualità della cura di questi pazienti attraverso la messa a punto di un modello che consenta la presa in carico globale, in grado di fornire la migliore assistenza sia in ospedale che sul territorio, garantendo altresì il supporto medico-legale e psicologico.