Il “Rapporto sul Turismo 2017” realizzato da UniCredit in collaborazione con il Touring Club Italiano, ha analizzato, in una delle sue sezioni, i diversi tipi di turismo in Italia definito come ‘fenomeno sociale ancor prima che economico’. Dai dati raccolti emerge che si tratta di un fenomeno mutevole nel tempo e influenzato dall’evoluzione dei bisogni dei viaggiatori e da una serie di fattori ‘esogeni’ che hanno effetti combinati sui comportamenti individuali.
La tecnologia incide moltissimo nelle modalità di programmazione dei viaggi perché amplia notevolmente la possibilità di reperire informazioni. In tal senso è avvenuta una vera e propria rivoluzione, la diffusione degli smartphone e delle app ha favorito la nascita di community social facendo letteralmente esplodere il fenomeno dell’ospitalità tra privati che, solo in Italia nel 2016, ha riguardato 5,6 milioni di persone. Inoltre, l’affermazione delle compagnie aeree low cost ha inciso sul settore dei trasporti di breve/medio raggio mettendo in competizione destinazioni che fino a quel momento non si sentivano in concorrenza.
Dai risultati analizzati nel Report si possono distinguere ben nove tipi di turismo in Italia, il turismo culturale, che è in crescita nel breve/medio periodo, vede Roma, Milano, Venezia e Firenze tra le destinazioni più visitate. Anche il turismo balneare è in buona salute e si conferma il più importante prodotto turistico del nostro Paese.
Le Dolomiti, divenute Patrimonio Unesco dal 2009, costituiscono la destinazione di turismo montano con maggiori infrastrutture, in termini di posti letto. L’Agriturismo registra una crescita constante che prosegue anno dopo anno perchè piace ai viaggiatori e rappresenta un’avventura imprenditoriale che attrae molti operatori.
Le crociere nel Mediterraneo, che vedono l’Italia come il primo Paese in Europa per numero di crocieristi imbarcati, si confermano in crescita sia sul medio (+109%) sia sul breve periodo (+3%).
Invece, resta negativo, pari a -1,7 miliardi di euro, il saldo valutario del turismo business: gli italiani spendono per viaggi di affari all’estero più di quanto facciano gli stranieri nel nostro Paese. Anche il turismo congressuale riflette la doppia velocità dell’economia italiana: le regioni del Nord, infatti, rappresentano circa il 56% in termini di numero di eventi, il 59% per partecipanti, il 55% per giornate e il 58% per presenze di congressisti. A seguire, con grande distacco, quelle del Centro con percentuali comprese tra il 27 e il 30% mentre Sud e Isole sono da questo punto di vista poco rilevanti. Per quanto riguarda il turismo termale si confermano ai primi posti Montecatini, Chianciano e Abano. Il concetto “terme & benessere” si è progressivamente ampliato, diffondendosi anche nelle località urbane e montane che hanno sviluppato un’offerta wellness complementare a quella principale. Infine, il turismo enogastronomico contribuisce positivamente alla crescita delle esportazioni di prodotti alimentari e bevande generando una domanda da parte dei turisti, stranieri soprattutto, di “tipicità” nel momento in cui viaggiano all’interno del nostro Paese, rappresentando anche un importante volano per il Made in Italy nel mondo.