Se nell’economia lineare il consumo di un prodotto diviene rifiuto, nell’economia circolare sono proprio i rifiuti che diventano risorse.
Ed è del 2 dicembre il nuovo pacchetto di misure per incentivare la transizione dell’Europa verso un’economia circolare. Il programma della Commissione europea è stato elaborato dal gruppo centrale di coordinamento del progetto, co-presieduto dal primo vicepresidente, responsabile per lo Sviluppo sostenibile, Frans Timmermans che ha detto: “Il nostro Pianeta e la nostra economia non sopravviveranno se continueremo a seguire i dettami del prendi, trasforma, usa e getta”.
Le risorse, infatti, sono preziose e vanno conservate, sfruttandone al massimo il valore potenziale. L’economia circolare si prefigge di ridurre i rifiuti e proteggere l’ambiente, ma presuppone anche una profonda trasformazione del modo in cui funziona la nostra intera economia. Occorre ripensare il nostro modo di produrre, lavorare ed acquistare: in questo modo inoltre, potranno essere create nuove opportunità e posti di lavoro.
Il pacchetto europeo sull’economia circolare contiene proposte ambiziose per una migliore gestione dei rifiuti in tutti i territori urbani e riguarda azioni rivolte all’intero ciclo dei prodotti. L’iniziativa include inoltre una normativa di incentivi per aiutare le imprese, i consumatori, le autorità nazionali e locali a guidare questa trasformazione.
Il vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, Jyrki Katainen, ha dichiarato: “Le nuove proposte inviano un segnale positivo a chi è pronto ad investire nell’economia circolare. Oggi affermiamo che l’Europa è il luogo migliore per insediare attività sostenibili e rispettose dell’ambiente. Passare a un’economia più circolare vuol dire rimodellare l’economia di mercato e migliorare la nostra competitività. Se riusciremo a usare le risorse in modo più efficiente e ad essere meno dipendenti da materie prime ormai scarse, potremo sviluppare un vantaggio competitivo. Il potenziale di creazione di posti di lavoro dell’economia circolare è enorme – ha proseguito Katainen – e la domanda di prodotti e servizi migliori e più efficienti è in piena espansione. Rimuoveremo gli ostacoli che frenano l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse da parte delle imprese e potenzieremo il mercato interno delle materie prime secondarie. Vogliamo conseguire veri progressi sul campo: ci preme realizzarli concretamente coinvolgendo non solo gli Stati membri, le Regioni e i Comuni, ma anche le imprese, l’industria e la società civile”.
Ma cosa comprende il pacchetto di azioni adottato dall’Ue nel corso del mandato dell’attuale Commissione?
Nel programma sono previsti finanziamenti per oltre 650 milioni di euro provenienti da Orizzonte 2020 e per 5,5 miliardi di euro dai fondi strutturali; azioni per ridurre i rifiuti alimentari, compresa una metodologia comune di misurazione, una migliore indicazione della data di consumo, nonché strumenti per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile globale di ridurre della metà i rifiuti alimentari entro il 2030; lo sviluppo di norme di qualità per le materie prime secondarie al fine di aumentare la fiducia degli operatori nel mercato unico; misure nell’ambito del piano di lavoro 2015-2017 sulla progettazione ecocompatibile per promuovere la riparabilità, longevità e ricaricabilità dei prodotti, oltre che l’efficienza energetica; la revisione del regolamento relativo ai consumi per agevolare il riconoscimento di quelli organici e di quelli ricavati dai rifiuti nel mercato unico, nonché per sostenere il ruolo dei bionutrienti; una strategia per le materie plastiche nell’economia circolare, che affronta questioni legate a riciclabilità, biodegradabilità, presenza di sostanze pericolose nelle materie plastiche e nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’obiettivo di ridurre in modo significativo i rifiuti marini; una serie di azioni in materia di riutilizzo delle acque, tra cui una proposta legislativa sulle prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue.
Le nuove proposte legislative sui rifiuti definiscono obiettivi chiari e tra questi: un comune denominatore a livello Ue per il riciclaggio del 65% dei rifiuti urbani entro il 2030; un obiettivo condiviso ed univoco per il riciclaggio del 75% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030; un obiettivo vincolante per ridurre al 10% il collocamento in discarica per tutti i rifiuti entro il 2030; il divieto del collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata; la promozione degli strumenti economici per scoraggiare il collocamento in discarica; definizioni più semplici e metodi armonizzati per il calcolo dei tassi di riciclaggio in tutta l’Unione europea; misure concrete per promuovere il riutilizzo e stimolare la simbiosi industriale trasformando i prodotti di scarto di un’industria in materie prime destinate ad un’altra; incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato ed un sostegno ai sistemi di recupero come pure di riciclaggio (imballaggi, batterie; apparecchiature elettriche ed elettroniche; veicoli).