E’ il paradosso della globalizzazione: agricoltori e consumatori stringono un legame sempre più solido attorno al cibo locale portando a modello i farmer’s market, un tempo marginali e alternativi. E’ uscito in libreria “Direct Food”, un libro innovativo che per la prima volta affronta e descrive i cambiamenti sotterranei che sono in atto nei nostri sistemi alimentari e le diverse, molteplici e nuove forme di alleanza tra consumatori e produttori.
L’agrimarketing oggi è passato da elemento marginale, alternativo alla classica rete di distribuzione, a fenomeno che veicola quantità sempre maggiori di prodotto. I motivi del successo si devono al fatto che l’agricoltura familiare è garanzia di sostenibilità e, anche, di salubrità. Un modello di vendita diretta, che coinvolge un’organizzazione di produttori ortofrutticoli del Sud Italia, è la Campo Verde Agricola. Ma proprio leggendo questa case history, emerge uno dei punti focali di questa analisi: l’importanza del web e il necessario trasferimento di quel rapporto diretto tra produttore e consumatore all’universo dei social network.
I tre autori di questo libro, Antonio Schiavelli, Flaminia Ventura, Pierluigi Milone, delineano una nuova architettura del sistema alimentare, in cui i prodotti locali sono diventati il segmento più dinamico del mercato, il consumo del cibo torna ad essere un atto di socializzazione e il prodotto agricolo si rimpossessa di valori e significati “che”, scrive van der Ploeg nella prefazione, “vanno ben oltre i soli bisogni alimentari”.
Mercati urbani, acquisto di cibo on line, gruppi di acquisto, negozi di prossimità, fino all’agricatering dove tutto è fornito dal contadino, oggi vero e proprio pioniere del cambiamento: tanti sono gli scenari che si stanno aprendo nell’agrimarketing e che “Direct Food” analizza. Forme d’innovazione finalizzate alla sostenibilità, perché l’agricoltore di prossimità sembra assicurare una maggiore attenzione al futuro delle risorse naturali.
“Cresce la condivisione delle decisioni tra produzione e consumo, una sorta di “co-produzione, dove l’acquirente partecipa, attraverso un feedback continuo con i produttori, alla definizione dei processi. Dove le cooperative posso essere il tutor in laboratori in campo” sottolinea Schiavelli, agrumicoltore nonché presidente di Unaproa (Unione nazionale tra le organizzazioni di produttori ortofrutticoli). Un vero e proprio terremoto nel settore della distribuzione alimentare, che diventa un’opzione valida di mercato per tutte le imprese agricole esplorata dai tre autori di “Direct Food”, tra teoria, pratica e politica.
Con l’e-commerce che resta di nicchia: solo il 4% delle aziende alimentari vende almeno l’1% del proprio fatturato on line, e – ricordano gli autori – solo il 15% degli italiani fa ricorso al web per gli acquisti alimentari. Da qui l’importanza di servizi personalizzati come quelle tecnologie che consentono di muovere le merci solo quando sono vendute effettivamente, per garantire freschezza al consumatore finale e abbattere i costi enormi di gestione del magazzino e degli spazi di vendita.
Un libro utile a consumatori consapevoli e alle imprese del settore agroalimentare, edito da Donzelli (196 pagine, 19 euro), dal titolo che ha tre significati, ricorda van der Ploeg, identifica in primis il cibo venduto direttamente dal produttore al consumatore; riguarda tutto il genuino e onesto a tavola; e ridisegna la governance del sistema di agrimarketing.