Si è svolto, a Roma, il convegno “L’abuso persistente. Dati, norme ed inadempienze”, organizzato dalla deputata Claudia Mannino del Movimento 5 Stelle che ha permesso di fare il punto sulla situazione dell’abusivismo edilizio nel nostro Paese.
Tutti gli interventi, ognuno all’interno della propria disciplina, hanno ricordato lo stato allarmante della situazione e, soprattutto il grande ruolo dei comuni i cui funzionari e/o sindaci sono passibili di essere sanzionati per danno erariale, come ha denunciato la Corte dei conti siciliana. Inoltre il forte aumento per le entrate dello stato non si è verificato (i 3 condoni dal 1985 al 2004 hanno prodotto entrate per poco più di 15 miliardi, di fronte a costi di urbanizzazione per 8,7 miliardi che hanno ulteriormente appesantito le casse comunali.
Gli argomenti affrontati dal convegno sono stati:
- Modello mediterraneo, micro e macro, cultura del perdono, uso del suolo/responsabilità, dal dott. Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme;
- Uso e abuso del suolo in Italia, dal prof. Ing. Bernardo de Bernardinis, Presidente Ispra;
- L’abusivismo distrugge l’ambiente e svuota le casse dello Stato, dal prof. Ing. Paolo Berdini, urbanista, pianificatore, saggista;
- La semplificazione come abuso di Stato, dal prof. Tomaso Montanari, professore di storia dell’arte moderna dell’Università di Napoli “Federico II”
- Perché i condoni non fermano gli abusi, dall’ing. Giancarlo Storto, ex direttore generale del Ministero delle Infrastrutture;
- Il fenomeno dell’abusivismo nella trasformazione del territorio, dall’arch. Patrizia Colletta, Consigliera dell’Ordine degli architetti di Roma ed ex dirigente della Regione Lazio;
- Le periferie rovinate dagli abusi, dal dott. Giuseppe Roma, urbanista Università Roma 3
- Città-fai-da-te, dal prof. Ing. Carlo Cellamare, urbanista Università la Sapienza
- Legalità e bellezza per il futuro dell’Italia, dal dep. Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente;
- Come distruggere un Paese e vivere infelici, dall’arch. Sergio Rizzo, inviato ed editorialista del Corriere della Sera.
La conclusione della dep. Arch. Claudia Mannino, membro della Commissione Ambiente per il Movimento 5 Stelle ha ricordato, tra l’altro, che nel disegno di legge 2093 in Commissione Ambiente (Collegato ambientale alla legge di stabilità 2014) sono state approvate pene più severe per chi commette irregolarità e non abbatte i manufatti. Sono previste anche conseguenze economiche per i dirigenti locali che non commineranno pene e sanzioni. Forse è arrivato il momento che i dirigenti locali siano meno distratti nei confronti di questo fenomeno.
La deputata Mannino ha ricordato anche che abbattere non ha costi eccessivi. E, soprattutto, bisogna sempre ricordare che la legge parla chiaro: la demolizione deve avvenire a opera del proprietario dell’immobile. Se questo non agisce, il Comune provvede in sua vece, ma poi gli presenta il conto. E’ la demolizione e il ripristino dei luoghi “in danno del proprietario”. Il Comune può chiedere un prestito alla Cassa depositi e prestiti, dove esiste un fondo ad hoc (50 mln istituito dal DL 269/03 senza interessi da restituire entro 5 anni applicando anche la riscossione forzosa prevista dal d.lgs 46/99) per le demolizioni.
Quando il proprietario paga la spesa all’amministrazione, il prestito deve essere restituito entro 60 giorni dal risarcimento. In ogni caso non oltre il termine di 5 anni.
Il Comune o la Regione può̀ istituire un fondo di rotazione destinato agli interventi di demolizione.