Il dissesto idrogeologico è l’insieme dei processi morfologici che hanno un’azione fortemente distruttiva in termini di degradazione del suolo. Con il termine “dissesto idrogeologico”, quindi, ci riferiamo a tutti quei fenomeni che distruggono il suolo, dall’erosione fino ad arrivare a eventi catastrofici come alluvioni e frane.
La sfrenata cementificazione degli ultimi decenni di certo ha aumentato la vulnerabilità del territorio italiano. A questa criticità sembra ora aggiungersi una maggior frequenza di precipitazioni intense, da correlare ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale. Purtroppo questa correlazione non ha basi certe, ciò che è sicuro è che l’aumento termico globale atteso entro i prossimi 80 anni va dai 2 ai 5 gradi a seconda degli scenari di emissione di gas serra considerati. L’aumento delle temperature non fa altro che accrescere la probabilità dei nubifragi e così dei “fenomeni di piena”.
In questo contesto è stato registrato dalla Corte dei Conti, solo venti giorni dopo la firma del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il decreto attuativo che assegna alle Regioni i fondi del Piano Stralcio da 315 milioni di euro destinati agli interventi di tutela del territorio italiano contro il dissesto idrogeologico. Ben 189 milioni di euro, ovvero il 60% dell’intero importo, saranno erogati subito alle amministrazioni regionali, naturalmente immediatamente dopo l’emanazione dei decreti direttoriali di trasferimento delle risorse da parte della Direzione competente del ministero.
L’attuazione degli interventi sarà monitorata costantemente dal ministero.
“La celerità dell’iter – sottolinea il ministro Costa – dimostra che la ‘macchina’ ministeriale funziona. La prevenzione del dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio sono fondamentali per tutelare la nostra bella ma fragile Italia. E’ importante agire subito e celermente”.