Gli abitanti della Terra cresceranno dagli attuali sette miliardi a nove miliardi nei prossimi trent’anni. Lo dicono le stime dell’ONU. Una situazione complessa che potrebbe divenire drammatica, se non si progetta il futuro assetto globale. Dunque, una situazione che comporta sfide ardue per l’intero pianeta e, soprattutto, per le città, dove si concentreranno non meno di 6 miliardi di persone. Le città devono quindi cambiare progressivamente, per sfruttare le nuove tecnologie e diventare davvero a “misura d’uomo”. É questo il nuovo concetto di Smart City in discussione a Trento, dove è in corso la settimana delle smart city (10-15 settembre), che verrà affrontato in particolare in un evento organizzato da Ieee. Proprio l’Institute of Electrical and Electronic Engineers, ha individuato la città italiana come uno dei 10 centri urbani modello di eccellenza in ambito smart e mira ad “accrescere nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’importanza delle tecnologie, e specialmente di quelle elettroniche e dell’informazione, nella vita di tutti i giorni, favorendo la risoluzione di molti problemi dell’umanità”.
In un simile scenario, deve rafforzarsi il ruolo degli ingegneri dell’informazione, chiamati a gestire le tecnologie informatiche, intese come base della dimensione smart. Una dimensione gravida di opportunità che Mario Ascari, presidente del Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione, illustrerà con dovizia di dati e di caratteristiche tecniche. Del resto, di fronte a una trasformazione epocale come quella che stiamo vivendo, proprio l’Ict mette a disposizione gli strumenti per trasformare in meglio la qualità della vita nella città e per affrontare le nuove sfide economiche. Compito gravoso che spetta prevalentemente agli ingegneri e agli esperti di ICT. “Senza il loro contributo – sentenzia Ascari – non sarà possibile implementare l’innovazione digitale che richiede anche un’adeguata attenzione alle problematiche di sicurezza, poiché i criminali informatici hanno identificato proprio nelle Smart City uno dei target più remunerativi. Un rischio che, spiega Enrico Mariani, membro del Consiglio nazionale degli Ingegneri e delegato Commissione UNINFO Professioni può essere prevenuto solo attraverso un’adeguata progettazione delle infrastrutture. E proprio gli ingegneri sono in grado di contemperare in un delicato equilibrio l’esigenza di introdurre innovazione e la necessità garantire un adeguato livello di sicurezza.
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