Per la dimensione urbana l’evoluzione smart non è più soltanto un’opzione possibile e auspicabile, ormai è diventata una necessità, un must. Negli ultimi dieci anni (2006-2016), infatti, la popolazione residente nelle città del pianeta è passata da 3 a 4 miliardi. Un fenomeno biblico che reca conseguenze immani di varia natura. «Le metropoli, che oggi occupano appena il 2% della superficie del pianeta, consumano già il 75% delle energie prodotte e sono all’origine dell’80% delle emissioni di gas serra», avverte François Laurent Touzain dell’Ecole Urbaine di Science Po a Parigi. Lo studioso fa parte del gruppo internazionale di esperti, coordinato da Rennaissance Urbaine (urbanisti, architetti, informatici), che ha redatto il manifesto «The Smart Cities we need», con 10 priorità e linee d’azione. Il documento è stato presentato a Nizza il 16 e 17 giugno al salone internazionale Innovative City, che ha attirato 3 mila partecipanti e 108 espositori (fra i quali Cisco, Ibm, Veolia, Bouygues). I cittadini, protagonisti delle trasformazioni urbane figurano al primo posto nelle priorità indicate dal documento. Il 72% di loro spera che le tecnologie digitali aiutino a ridurre la spesa pubblica, il 61% si aspetta nuovi servizi, il 44% pensa a una migliore mobilità e il 37% chiede un dialogo più diretto con l’amministrazione. Sono le risposte a un sondaggio su oltre mille cittadini svolto da Syntec Numèrique (federazione nazionale delle aziende tecnologiche) nei giorni precedenti Innovative City a Nizza. La città francese è classificata quarta smart-city al mondo, dopo Barcellona, New York e Londra, nel rapporto «Smart Cities 2015» di Juniper Research.
Barcellona è in testa perché ha promosso la partecipazione dei cittadini (il portale del Comune offre centinaia di app per ogni tipo di servizio e attività) e ha innovato integrando l’Internet degli oggetti nella gestione della città. «Per il coinvolgimento degli abitanti anche Vienna e Lione si sono distinte facendo votare in consultazioni pubbliche i loro progetti di smart city – dice Philippe Sajhau, responsabile del Comitato Città a Syntec Numérique e vicepresidente di Smarter Cities in Ibm Francia. – Ma una città connessa non basta se non si promuove la partecipazione. Nizza punta sullo sviluppo sostenibile, con il doppio obiettivo di risparmio energetico e protezione dell’ambiente, integrando l’innovazione tecnologica per migliorare la qualità della vita». Già prima in Francia a proporre il car sharing di auto elettriche, pioniera nella diffusione di pagamenti mobili, Nizza è anche tra le prime (con Issy-les Moulineaux, alle porte di Parigi) nell’adozione di reti smart grid che integrano le energie rinnovabili, regolano la distribuzione di elettricità, gas, e acqua. In sviluppo da cinque anni, queste reti saranno estese a tutta la regione con il programma FlexiGrid (240 milioni di investimenti tra pubblici e privati e 6.200 posti di lavoro previsti). Inoltre, Nizza ha installato 3 mila sensori per rilevare la qualità dell’aria, dell’acqua, il livello di rumore, il traffico. Si aggiungono a 6 mila videocamere per la sicurezza, già presenti. La città ha un proprio data-center e ha aperto lo Smart City Innovation center che riunisce aziende, startup e università per dare nuovi servizi, partendo dai dati. Come le allerta fornite agli abitanti via app. La più recente è Metropollen con i bollettini quotidiani sui diversi pollini nell’aria per gli allergici. Grazie alla gestione dati è stata ottenuta una riduzione della spesa energetica del 20% negli edifici pubblici e di oltre il 10% nell’illuminazione. «La vera sfida oggi è di passare dai progetti alla scala di tutta la città. Perciò occorre una visione strategica e una piattaforma integrata», sottolinea il Sindaco. È il problema che devono affrontare anche le città italiane, ancora troppo focalizzate su singoli progetti. Sono 1.227 quelli censiti in tutta la Penisola dall’osservatorio dell’Anci sulle smart city, per un investimento totale di quasi 4 miliardi. I più diffusi sono il monitoraggio dell’aria e la video sorveglianza, nel 90% dei Comuni. Mentre i due terzi delle città italiane offrono almeno un servizio di mobilità in condivisione o le app per trovare i parcheggi. Ma una vera strategia integrata per raggiungere obiettivi come il risparmio energetico, migliorare la viabilità, e offrire servizi partecipativi ai cittadini, si nota solo a Bologna, Milano e Torino. Le tre città che il rapporto 2016 Smart-City Index di Ernst & Young, diffuso a metà marzo, indica in testa alla classifica dell’innovazione.