Per chiarire responsabilità e addebiti relativi alla cattiva gestione delle banche, la Regione Veneto ha avanzato la richiesta di un pool di magistrati specializzati in materia finanziaria per fare chiarezza sui fatti accaduti. La Regione chiede l’autorizzazione della Banca d’Italia e della Finanziaria Veneto Sviluppo per avere la possibilità d’intervenire con un fondo di rotazione e mini-bond a sostegno delle imprese piegate dalle cosiddette “operazioni baciate”. Ma non è tutto. La richiesta riguarda anche un provvedimento regionale che possa autorizzare i cittadini rovinati dall’azzeramento del valore delle azioni nelle quali hanno investito i loro risparmi, di autocertificare la diminuzione del proprio reddito patrimoniale ai fini Isee. Questi, insomma, alcuni degli interventi che il presidente della Regione Luca Zaia ha chiesto di mettere in campo a sostegno dei risparmiatori e degli azionisti ridotti sul lastrico dalla crisi delle banche popolari venete.
“La Regione in questa vicenda ha le armi spuntate – ha detto in conferenza stampa Luca Zaia – perché ci mancano strumenti incisivi per poter intervenire di fronte ad una vicenda che per il Veneto vale 11 miliardi di perdite, peggio di una alluvione o di un terremoto […]”. “Non rinunciamo a condurre la nostra battaglia a favore dei risparmiatori e delle imprese – ha continuato il governatore del Veneto – a partire dalla richiesta che rivolgiamo alla Banca d’Italia, organo che in questa vicenda forse non ha vigilato abbastanza, ad allargare i cordoni della borsa e a consentire che Veneto Sviluppo possa impegnare il fondo di rotazione di 35 milioni a sostegno delle imprese e delle partite Iva travolte dal crack delle popolari”.