L’icona di Expo 2015 si accendeva al minuto zero di ogni ora, 7 spettacoli al giorno per sei mesi, una colonna sonora di cinque canzoni, laser viola, fontane con getti alti 30 metri e immagini proiettate sul fusto.
Ora l’Albero della Vita è spoglio. Led, ventagli, proiettori, casse audio, fiori e fari sono stati smontati. La fattura delle tecnologie era di 3,9 milioni di euro: «Expo le aveva affittate. Il contratto è scaduto, le hanno appena smontate. Avrei fatto una scelta diversa, c’erano almeno due opzioni» fa sapere Giancarlo Turati presidente del comitato Piccola industria dell’Associazione Industriale Bresciana ed ex delegato dell’associazione per Expo, la prima: cambiare la data di scadenza del contratto di affitto e prorogarlo. La seconda: «Decidere per una sospensiva, a mio avviso la cosa più giusta, avrebbero dovuto lasciare le tecnologie montate almeno fino a quando non sarebbe stato certo il futuro dell’area».
«Restano solo le fontane» aggiunge Turati, ai tre sponsor dell’Albero – Consorzio Orgoglio Brescia, Coldiretti e Pirelli – è stato proposto di gestirlo quando riaprirà l’Esposizione, a maggio: «A questo punto potremmo cambiare idea: se non c’è lo spettacolo non vedo un ritorno economico. Nella Lake Arena resterebbe solo la struttura: non credo che qualcuno verrebbe a vederla».
La risposta sulla gestione dell’Albero, però, non è ancora arrivata e il simbolo è stato «congelato» per l’inverno: senza tecnologie, per Turati, potrebbe non valerne la pena: «Dubito che qualcuno possa venire fino a Rho e spendere dei soldi per guardare la sola struttura di legno e acciaio con qualche fontana accesa: bisogna inventarsi un altro show o trovare una soluzione prima di maggio».