Uncem ha sottoposto ieri al tavolo degli Stati generali della Montagna, insediati presso il Ministero degli Affari regionali e delle Autonomie, guidato dal Ministro Erika Stefani, venti proposte operative “immediate” per i territori, le comunità, gli Enti locali. Si tratta di venti punti che dovranno trovare spazio nella prossima legge di bilancio dello Stato e in altri articolati. Molti i temi presentati al Ministero dal Presidente Uncem, Marco Bussone: dall’eliminazione dell’obbligo di scontrini elettronici per i Comuni montani (con proroga di almeno tre anni), all’eliminazione del vincolo di costruzioni a 200 metri di distanza dai cimiteri; dal nuovo ruolo e le nuove funzioni, più smart ed europee, con un nuovo concorso per i Segretari comunali (ne mancano cinquecento), al nuovo “Fondo nazionale per i borghi, gli alberghi diffusi, i centri storici” ai sensi della legge 158 sui piccoli Comuni.
Sul fronte del divario digitale da vincere, il Piano banda ultralarga deve essere integrato di risorse per arrivare ai rifugi alpini e appenninici, nonché a tutte le “case sparse”. Serve poi uno specifico fondo per incentivare con voucher l’acquisto di parabole e di piattaforme tvsat nelle aree montane dove oltre 5 milioni di persone non vedono i canali Rai e gli altri canali del bouquet televisivo. Anche per la telefonia, la norma deve permettere ai Comuni di acquistare impianti per la trasmissione di segnali per i telefoni cellulari permettendo che questi si possano inserire nella rete. Oggi la norma lo impedisce: altri Paesi europei lo permettono e individuano risorse specifiche, proprio come si dovrebbe fare in legge di bilancio 2020 anche in Italia.
Come richiesto anche dalle associazioni di categoria dell’agricoltura, è urgente eliminare l’obbligo di ricorrere a notai per la compravendita e la successione di terreni agricoli nei Comuni montani. Importante la differenziazione fiscale, secondo quanto già previsto dalla legge sulla montagna 97 del 1994, alleggerendo le imprese di carichi fiscali e burocratici; occorre poi agire sull’Iva, sia portandola al 4% su pellet e legna da ardere (in Italia sono 1.300 i Comuni non metanizzati), sia riducendola per i lavori degli Enti locali volti alla prevenzione del dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza dei territori. Da prevedere che l’Imu categoria D resti ai Comuni e questi non debbano invece riscuotere le somme per versarle interamente allo Stato.
Urgente, per mantenere adeguati “diritti di cittadinanza”, attuare il “decreto Calabria” per il potenziamento del numero e dei servizi dei medici di base: troppe aree alpine e appenniniche restano oggi senza medici e pediatri che ‘scendono in basso’, vanno via e determinano vuoti da colmare. Sempre sul fronte dei servizi, con il Miur occorre definire quanto scritto dalla legge sui piccoli Comuni in merito al “Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane”, con particolare riguardo al collegamento dei plessi scolastici ubicati nelle aree rurali e montane, all’informatizzazione e alla progressiva digitalizzazione delle attività didattiche che si svolgono nei plessi.