Rispetto al 2013, il numero degli incidenti è sceso del 2,5%, quello dei feriti è diminuito del 2,7%, mentre per il numero dei morti la flessione è assai contenuta, -0,6%.
Nell’Unione europea le vittime di incidenti stradali nel 2014 sono state 25.896 (26.025 nel 2013). Nel confronto tra il 2014 ed il 2010, i decessi si sono ridotti del 18,0% a livello europeo e del 17,8% in Italia. Ogni milione di abitanti, nel 2014 ci sono stati 51 morti per incidenti stradali nella Ue28 e 55,6 nel nostro Paese. Nella graduatoria europea, l’Italia si colloca al 15° posto, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia. Sulla base dei dati di dimissione ospedaliera, i feriti gravi, a seguito di incidenti stradali, sono stati 15.000, contro i 13.000 del 2013 (+16%). I sinistri più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove si sono registrati 4,63 decessi ogni 100 incidenti. Le vittime sono state, invece, 1,13 ogni 100 incidenti sulle strade urbane e 3,14 sulle autostrade. Il numero dei morti diminuisce su autostrade e strade extraurbane (-10,6% e -3,8% sull’anno precedente), aumenta invece sulle strade urbane del +5,4%. Il venerdì è il giorno della settimana in cui si concentra il maggior numero di incidenti (15,4% del totale). La domenica avvengono,però, i sinistri più gravi (3,1 morti ogni 100 incidenti), seguita dal sabato (2,3). Nella fascia oraria notturna (tra le 22 e le 6 del mattino), l’indice è più elevato fuori città. Nel 2014 si sono registrati 1.491 decessi tra conducenti e passeggeri di autovetture, seguiti dal numero di motociclisti (704), pedoni (578), ciclisti (273), occupanti di mezzi pesanti (159), ciclomotori (112) e altre modalità di trasporto (64). L’indice di mortalità per i pedoni (morti ogni 100 incidenti) è di quattro volte superiore rispetto a quello degli occupanti di autovetture (2,75 contro 0,67); per i motociclisti ed i ciclisti il valore dell’indice è, rispettivamente, triplo e doppio: 1,69 e 1,41. Le cause che provocano incidenti stradali sono molteplici e tra queste la distrazione, il mancato uso delle cinture di sicurezza, l’eccesso di velocità, alcol, droghe.
La psicologa Flavia Margaritelli si occupa di formazione e sicurezza, con lei condividiamo un breve approfondimento sul tema della sicurezza stradale.
Dottoressa Margaritelli, lei è da tempo attenta alla formazione dei giovani e si occupa di scienze sociali e sicurezza, cosa ne pensa della legge sull’omicidio stradale?
La nuova legge rivoluziona il peso delle responsabilità a carico di quanti uccidono sulla strada dopo aver commesso violazioni gravi, in primis gli abusi di alcol e droga. Una svolta sul carico delle responsabilità dei conducenti, che tutti speriamo funzioni come deterrente per comportamenti dissennati.
Ritiene che i giovani abbiano spesso un approccio troppo disinvolto alla guida?
I giovani continuano a pagare un prezzo molto alto negli incidenti stradali. Anche se il fenomeno delle stragi del sabato sera non ha più l’intensità di un tempo, la fascia d’età compresa tra i 20 e 24 anni conta il numero più alto di vittime. Per questo occorre sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della salute e delle regole di guida sicura.
Chi rischia con il nuovo reato?
A correre il rischio maggiore trovando oggi pene superiori rispetto a quelle previste fino a ieri sono i guidatori in stato di ebbrezza media o grave (con tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi/litro); i guidatori sotto effetto di droghe; quelli che superano i limiti di velocità doppia rispetto al limite; i guidatori che commettono infrazioni gravi come passare con il rosso, inversioni con striscia continua, sorpassi in prossimità di attraversamenti pedonali.
Quali possono essere gli strumenti educativi da rivolgere ai giovani in materia di sicurezza stradale?
E’ fondamentale portare nelle scuole le testimonianze dei giovani che a causa del loro problema di alcol o di uso di droghe hanno provocato incidenti stradali, questo può essere più incisivo di altri messaggi.
Educazione e democrazia hanno per denominatore comune il rispetto di sé, degli altri, delle regole che stanno alla base della convivenza civile. Il problema dell’incidentalità sulle strade riguarda tutti, per questo bisogna agire sia sull’aspetto formativo che informativo per veicolare processi di apprendimento riguardo ad una corretta conoscenza e valutazione dell’importanza delle regole, dei fattori di rischio, delle conseguenze reali derivanti dall’assunzione di alcol e droghe. Spesso la percezione di questo problema nei ragazzi è in qualche misura evanescente, oggi più che mai occorrono messaggi interdisciplinari concreti e coerenti.