Nelle giornate limpide, guardando verso nord, è possibile vedere il Monte Conero mentre volgendosi dagli altri lati si scorgono le cime degli Appennini.
Nel centro di Recanati si trova la casa di Giacomo Leopardi che è ora chiusa per motivi precauzionali. L’evidenza magari non risulta da fuori ad una prima occhiata, ma a notificarlo è un cartello affisso sul portone di legno che rimarrà invalicabile finchè non verranno realizzati i lavori di consolidamento. Il terremoto di ottobre è stato inesorabile.
All’interno del palazzo si trova una splendida biblioteca che custodisce oltre 20.000 volumi, tra cui incunaboli e antichi tomi raccolti dal padre del poeta, il conte Monaldo.
L’edificio si affaccia sulla Piazzetta del “Sabato del Villaggio” dove è la casa che ha ispirato la poesia “A Silvia”. Luoghi suggestivi di grande fascino e memoria.
Guardando tutto intorno è possibile vedere come ad essere stati feriti dal sisma di fine ottobre siano anche i pendii del Colle dell’Infinito, fenditure profonde ed evidenti che richiedono interventi urgenti di messa in sicurezza. Per questo è stato avviato un piano d’intervento che prevede fondi sia dal Ministero dell’Ambiente che dal Mibact. Un importante impegno per il recupero del patrimonio culturale-ambientale. Un programma rivolto alle opere prioritarie di mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio marchigiano, con lo stanziamento di 5,8 milioni di euro che serviranno al consolidamento del Paesaggio leopardiano e alla riqualificazione del Colle dell’Infinito, luogo di grandissima carica storica, patrimonio naturale e culturale.
A Recanati il 2 dicembre, il sindaco Francesco Fiordomo e l’intera Giunta comunale, presso l’Auditorium del Centro mondiale della poesia, hanno presentato alla stampa il progetto di tutela e cura del Colle. Un programma di recupero articolato e complesso che va dalla messa in sicurezza della vetta del Monte Tabor al sottostante Parco letterario “Giacomo Leopardi”, un’area urbanisticamente vincolata a livello paesaggistico. L’obiettivo è quello di preservare nel miglior modo possibile il territorio dal punto di vista geologico-morfologico rispettandone, altresì, la vocazione turistica e culturale. Una pianificazione che comprende anche l’area circostante con il consolidamento dei dissesti idrogeologici, la manutenzione del patrimonio botanico ed il restauro dei manufatti storici.
Lo studio delle problematiche, condotto attraverso una prima raccolta di documentazione d’archivio confrontata con diversi rilievi e sopralluoghi, ha reso palese la necessità di stabilizzazione del Monte Tabor insieme alla parete sottostante tra sud e ovest. Il tutto tenendo conto dell’analisi e delle previsioni comprese nel Piano di risanamento e conservazione della città storica.
La progettazione spazia dalla sistemazione idraulico-vegetazionale dei fossi alla realizzazione di opere di contenimento interrate e di consolidamento del Viale Colle dell’Infinito, dalla messa a regime delle acque mediante drenaggi al rifacimento e potenziamento del sistema fognario lungo i percorsi pedonali. E’ previsto, inoltre, l’adeguamento dei percorsi per il superamento delle barriere architettoniche attraverso l’adattamento delle pendenze e in alcuni tratti la realizzazione di rampe e scivoli.
Il Parco del Monte Tabor sorge accanto al Centro studi leopardiani. E percorrendo un sentiero che attraversa la lussureggiante estensione è possibile giungere al punto in cui il poeta compose l’Idillio “Infinito” che rimanda all’incommensurabile dimensione spazio temporale dei pensieri, dello sguardo interiore ed esteriore. In questo luogo una targa riporta il verso “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”.
Un colle ferito che verrà recuperato per salvaguardare l’equilibrio idrogeologico di un luogo, riflesso e memoria della storia.