La politica di bilancio per il 2016 e gli anni successivi si associa strettamente al processo di attuazione delle riforme strutturali, proponendosi di ricondurre stabilmente l’economia italiana su un binario di crescita anche attraverso la graduale riduzione del carico fiscale. Questa la linea scelta dal Governo. Con la manovra 2016, il Patto di stabilità viene accantonato a favore dell’obbligo di pareggio del saldo finale di competenza. E’ una delle misure contenuta nella legge di stabilità. In riferimento alla tassazione regionale, per l’anno ormai alle porte, sarà sospesa l’efficacia delle leggi regionali e delle deliberazioni degli enti locali nella parte in cui prevedono aumenti dei tributi e delle addizionali attribuiti alle stesse Regioni e agli enti locali, appunto, con legge dello Stato rispetto ai livelli di aliquote o tariffe applicabili per l’anno 2015. La sospensione, tuttavia, non varrà per le maggiorazioni delle aliquote fiscali finalizzate al ripiano dei disavanzi sanitari. Le Regioni, quindi, in Piano di rientro potranno comunque aumentarle.
Nel 2016, le nuove regole consentiranno ai Comuni di impegnare le risorse in cassa per circa un miliardo a favore degli investimenti. In aggiunta, sarà consentito lo sblocco dei pagamenti degli investimenti già effettuati, e fino a oggi bloccati dal Patto, purchè i Comuni detengano le relative risorse. I Comuni saranno interamente compensati dallo Stato per la perdita di gettito conseguente alle esenzioni di Imu e Tasi sulle abitazioni principali. Da gennaio 2016, inoltre, sarà disponibile una maggiore liquidità per le Città metropolitane e per le Province. Le risorse inizialmente stanziate erano pari a 400 milioni di euro all’anno nel 2016: 250 per le Città metropolitane e 150 per le Province. Invece, le risorse sono state così rimodulate: 495 milioni di euro per il 2016; 470 milioni per ogni anno dal 2017 al 2020 e 400 milioni annui dal 2021. Per le aree vaste, quindi, le risorse disponibili saranno pari a 345 milioni di euro per il 2016 (195 milioni in più), 220 per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020 e 150 milioni in più a partire dal 2020.