Secondo lo studio realizzato dall’Istituto Demoskopika, dal titolo”L’efficienza della Pa negli Enti locali italiani” sono 134 milioni di euro i fondi utilizzati da Regioni, Province e Comuni per formare 544.000 dipendenti con l’obiettivo di migliorare l’efficienza della cosiddetta macchina burocratica, ma tra Nord e Sud c’è un gap significativo. Il Mezzogiorno, infatti, spende la metà per la formazione rispetto al Nord. In Calabria vengono investiti in competenze del personale 107 euro pro capite a fronte dei 246 euro del dato medio italiano. Una perfomance che posiziona il settore pubblico regionale agli ultimi posti. E sono dieci le realtà regionali in cui gli Enti locali ottengono un piazzamento di tutto rispetto nella top ten sull’efficienza della Pubblica amministrazione stilata dall’Istituto Demoskopika: sei al Nord, tre al Centro ed una nel Mezzogiorno. Tra le comunità istituzionali più efficienti si mettono in evidenza Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Umbria, con la Sardegna che è l’unica realtà dell’area Sud e Isole a conquistare un posto di vertice nell’efficienza, guadagnando un punteggio pari a 99,1 (ottavo posto nella classifica complessiva).
Le regioni con maggiori criticità risulterebbero invece Campania, Molise, Calabria, Sicilia e Basilicata. Gli Enti che investono di più nella formazione dei loro dipendenti ottengono inequivocabilmente perfomance migliori nel processo di erogazione dei servizi. Con una spesa per ciascun dipendente pari a 312 euro, infatti, gli Enti locali operanti nell’area settentrionale del Paese conquistano la vetta nella graduatoria del gradimento sui servizi erogati ai cittadini: 70,9 punti ben al di sopra della media nazionale, che è pari a 50,4 punti, e distante di oltre 41 punti dall’appeal burocratico delle istituzioni meridionali ferme ad un risultato di 29,4 punti, con 152 euro d’investimento in competenze per ciascun dipendente. C’è un proverbio che dice: chi più spende meno spende. Che esista effettivamente un nesso diretto tra investimenti nella formazione del personale nel settore pubblico e la qualità dell’offerta erogata?