Napoli si salva dal dissesto finanziario grazie alla norma spalmadebiti, inserita nella legge di Bilancio 2018, approvata nel dicembre scorso dal Parlamento. La norma consente agli enti locali in predissesto di distribuire il debito su un arco temporale di vent’anni. Così, la giunta comunale di Napoli, sulla scorta anche delle prescrizioni della Corte dei Conti, ha approvato la riformulazione del piano di equilibrio finanziario pluriennale. Al 31 dicembre 2017 il presunto disavanzo era di un miliardo e 690 milioni. Di conseguenza, secondo il piano approvato dalla giunta, l’equilibrio finanziario dovrebbe avvenire entro il 2032. Per raggiungere l’obiettivo sono previsti interventi di carattere straordinario (come dismissioni immobiliari e quote societarie, incremento delle entrate dal recupero dell’evasione) e ordinario. Inoltre, il Comune punta molto sul potenziamento della propria capacità di riscossione, attualmente al 62%. Il nuovo piano di rientro del debito, formulato su quindici anni, nei prossimi giorni sarà sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale. Il Sindaco Luigi de Magistris, commenta: «Noi governiamo con le mani pulite, ma fa un po’ rabbia che dobbiamo pagare i debiti di 40, 30 e 20 anni fa, di stagioni politiche scellerate e che all’epoca hanno distrutto la città e di cui oggi paghiamo le conseguenze in termini di diritti che non riusciamo a garantire e bisogni che non riusciamo a soddisfare».
Il nuovo piano di riequilibrio, che fa seguito a quello approvato dal Consiglio comunale con la delibera numero 3 del 28 gennaio 2013 e dalla Corte dei Conti con la sentenza del 22 ottobre 2014, si articola in due sezioni. La prima è relativa ai fattori e alle cause dello squilibrio, la seconda si riferisce al raggiungimento dell’equilibrio entro il 2032. Il piano è stato redatto recependo le prescrizioni della Corte dei Conti contenute nella deliberazione 240/2016, relativamente alla riedizione del riaccertamento straordinario per la costituzione al 1° gennaio 2015 del fondo passività potenziali, nonché del fondo destinato alla restituzione del fondo di rotazione. Il nuovo percorso prevede un ripiano annuo di circa 91,7 milioni di euro.