Un nuovo Hub che, tramite l’uso della realtà virtuale, è in grado di mostrare i segreti della Cattedrale raccolti in 2 anni di digitalizzazione: la piattaforma presenta oltre 500 immagini e più di 50 vetrate digitalizzate nonché 15 percorsi su Street View nella Cattedrale e all’interno del Museo del Duomo. Milano Cathedral Remixed all’indirizzo g.co/milancathedral consente di esplorare i punti più nascosti come la Cripta o quelli più alti e conosciuti come le Terrazze, ma anche i dettagli delle navate e le storie dei Santi scolpite nella pietra. L’esperienza digitale si concentra sulla storia della Cattedrale gotica in marmo rosa navigando nel Complesso del Duomo e scoprendo ogni particolare grazie all’elevatissima qualità di ricostruzione digitale.
Per oltre 2 anni, il Cantiere Duomo della Veneranda Fabbrica ha collaborato con i tecnici di Google, conducendoli fino alle vetrate più inaccessibili, per trasformare l’arte in digitale rendendola accessibile agli appassionati di tutto il mondo, un’opera che offre anche un grande contributo scientifico per lo studio del Duomo. Grazie alla tecnologia Google Art Camera di Google Arts & Culture, i colori delle vetrate e dei rosoni, oltre a una parte delle collezioni della Veneranda Fabbrica del Duomo, sono visibili in altissima risoluzione, inoltre è possibile scoprire i contenuti in maniera più ludica e creativa direttamente dal sito, e grazie a Street View le persone potranno entrare negli angoli più reconditi e scoprire i dettagli che a occhio nudo non avrebbero notato, non tutti sanno che il Duomo ospita più di 3400 statue, molte delle quali si trovano sulle sue Terrazze, considerate la vista più bella della città. La varietà di contenuti e storie che il Duomo può raccontare affonda le radici prima della costruzione della Cattedrale sul finire del XIV secolo, il Duomo è la più grande chiesa d’Italia per superficie interna (la Basilica di San Pietro si trova nel territorio della Città del Vaticano) e la terza più grande d’Europa.
Il Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano Fedele Confalonieri dichiara: “Sappiamo che Shelley amava leggere la Divina Commedia alla luce “tenue e dorata” delle vetrate del Duomo, Andersen, pensando a una favola, ne rimase colpito dal mistico bagliore, così come Mark Twain, che vi giunse nel 1869. Quanti sguardi si sono posati sul nostro Duomo, casa dei milanesi e di tutti coloro che ne abitano la bellezza, ma quanti dettagli nascosti, posti a decine di metri da terra, sono rimasti celati alla vista del visitatore, accessibili soltanto agli operai della Veneranda Fabbrica del Duomo?”