Mare nostrum e le altre hanno fatto aumentare “il business dei trafficanti di migranti”. Un business, quello dei migranti, da almeno 60 milioni di dollari all’anno. E’ quanto rivela lo studio realizzato da due economisti palermitani e un magistrato della Dda di Palermo, presentato nei giorni scorsi a Cambridge. I tre studiosi, hanno messo sotto la lente di ingrandimento i flussi di migranti dal gennaio del 2011, durante la Primavera araba fino ai primi mesi del 2016.
“Le operazioni militari di pattugliamento del Mediterraneo, sia Mare nostrum, con esplicite finalità di contrasto e salvataggio, che quelle seguenti, con finalità dichiarata solo di contrasto, hanno aumentato gli arrivi dei migranti in Italia”, costituendo così “un incentivo e un elemento di contesto positivo per il business dei trafficanti di migranti”, dice lo studio. In media, “gli arrivi sono aumentati mensilmente di circa 312 unità per Mare Nostrum e di 279 unità con le altre operazioni confermando quindi un diverso impatto delle diverse impostazioni anche se sempre positivo”. “I fattori meteorologici si sono rivelati non significativi statisticamente – rivela lo studio – mentre altri risultati interessanti, sono quelli che vedono una diminuzione degli arrivi a seguito dei naufragi ma solo nel secondo mese successivo alla notizia, come se la diffusione di quest’ultima tardasse un po’ ad arrivare a coloro che vogliono intraprendere il viaggio e costituiscono un disincentivo solo ritardato”.
Lo studio rivela ancora come “I conflitti armati hanno un impatto positivo sugli arrivi aumentandoli, anche se di poco, mentre la situazione economica ha il segno di relazione atteso perché gli arrivi aumentano al peggiorare della situazione economica ma l’impatto effettivo è molto basso”. “Contrariamente a quanto si pensa, – spiegano i tre studiosi – i dati ci dicono che la caduta di Gheddafi ha diminuito in proporzione gli arrivi mensili e ciò può essere spiegato dal caos assoluto che rende ancora più difficile e pericoloso il tentativo di sbarcare dalla Libia suggerendo forse anche diverse rotte”.
E’ stato poi studiato il funzionamento delle organizzazioni criminali dedite all’organizzazione del viaggio dai paesi del Centro Africa, “è stato possibile studiare l’intera attività dell’organizzazione criminale come un’offerta di servizi di trasporto per coloro che volevano lasciare la propria nazione. L’organizzazione, molto ramificata e articolata, fornisce “servizi” di collegamento alle destinazioni finali, anche verso il Nord Europa” e “cura persino gli aspetti di reputazione e di immagine”, infatti, dalle conversazioni intercettate, i capi dell’associazione criminale, si preoccupano dalle ripercussioni sulla fiducia riposta dai migranti nell’organizzazione perché temono la perdita di ‘clienti’ e di ‘quote di mercato’ in caso di naufragi, come quello del 3 ottobre 2013, dove persero la vita 367 persone.