In Italia ci sono molti fabbricati in dissesto, parzialmente o totalmente inutilizzabili. Si tratta di 452.410 edifici classificati come degradati, secondo i parametri catastali.
Il rapporto rispetto agli edifici sani sono in totale sono 62.861.919, pari allo 0,72%.
Le province più a rischio sono dieci, la maggior parte situate nel Sud del Paese. Nel restante territorio si contano 345.848 costruzioni degradate e 58.393.439 edifici ‘sani’, con un rapporto dello 0,58%. “Al di là delle preoccupazioni sul versante della sicurezza, l’area che abbiamo fotografato, ovvero degli immobili catastalmente rovinati, rappresenta una possibile fonte di sviluppo dell’economia, per il settore dell’edilizia e per tutto l’indotto, dall’arredamento agli accessori”. “Bisogna insistere anche per quanto riguarda la valorizzazione di alcuni beni sul fronte artistico e culturale, con tutto quello che se ne può trarre anche per il turismo” commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Nel dettaglio, le 10 province con il maggior numero di immobili degradati sono: Frosinone (28.596 degradati e 410.813 “sani”, con un rapporto pari al 6,96%); Cosenza (15.188 degradati e 798.600 “sani”, con un rapporto pari all’1,90%); Cuneo (12.003 degradati e 870.155 “sani”, con un rapporto pari all’1,38%); Benevento (10.942 degradati e 259.589 “sani”, con un rapporto pari al 4,22%); Foggia (9.996 degradati e 679.060 “sani”, con un rapporto pari all’1,47%); Aosta (7.783 degradati e 270.043 “sani”, con un rapporto pari al 2,88%); Siracusa (7.123 degradati e 379.960 “sani”, con un rapporto pari all’1,87%); Piacenza (5.054 degradati e 370.657 “sani”, con un rapporto pari all’1,36%); Verbanio Cusio Ossola (5.046 degradati e 253.702 “sani”, con un rapporto pari all’1,99%); Vibo Valentia (4.822 degradati e 175.901 “sani”, con un rapporto pari al 2,74%).