Nel dicembre 2015 il Papa ha approvato un miracolo attribuito a Madre Teresa di Calcutta e ha disposto di promulgare il decreto per la canonizzazione. Il miracolo è avvenuto il 9 dicembre 2008 e riguarda un giovane uomo, ridotto in fin di vita da ascessi multipli cerebrali con idrocefalo ostruttivo e già sottoposto a trapianto renale.
Nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, durante la celebrazione dell’Ora Terza il Pontefice ha tenuto il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione dei Beati. Insieme a Madre Teresa saranno canonizzati il messicano Giuseppe Sanchez del Rio, laico martire e vittima a soli 15 anni delle persecuzioni religiose (1928); Stanislao di Gesù Maria al secolo Giovanni Papczynski, fondatore della Congregazione dei Chierici Mariani dell’Immacolata concezione; Maria Elisabetta Hesselblad, religiosa svedese fondatrice della Congregazione delle suore dell’ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida; Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero, sacerdote argentino e figura particolarmente cara al Papa.
Madre Teresa fondatrice della Congregazione delle Missionarie della Carità nacque in Albania nel 1910. Divenuta suora a18 anni si trasferì in India e scoprì la vocazione per i più deboli, per coloro che erano abbandonati per le strade della metropoli indiana. E’ stata beatificata nel 2003 da Giovanni Paolo II, che fece partire subito la causa di beatificazione, derogando ai cinque anni dalla morte richiesti dal Codice di Diritto canonico.
A Calcutta Madre Teresa (il suo nome era Anjeze Gonxhe Bojaxhiu) assunse gradualmente diverse responsabilità organizzative. Gli anni della guerra ebbero profonde ripercussioni sulle attività svolte dalle suore che si dedicarono interamente all’accoglienza di orfani e bambini abbandonati.
Nel 1946 Calcutta fu teatro di scontri sanguinosi tra diverse fazioni indipendentiste. La città fu messa a ferro e fuoco per diversi giorni e Madre Teresa uscita per trovare cibo dal collegio che dirigeva rimase impressionata dalla devastazione che le si presentò. Cominciò così a maturare una profonda riflessione che l’avrebbe portata alla svolta decisiva della sua vita. La sera del 10 settembre 1946 partì in treno per recarsi a Darjeeling, dove erano previsti dieci giorni di esercizi spirituali. Come lei stessa disse in seguito, fu proprio durante quella notte di viaggio, a contatto con condizioni di povertà estrema che ebbe “una chiamata nella chiamata”.
“Quella notte aprii gli occhi sulla sofferenza – scrisse in un diario la stessa Madre Teresa – e capii a fondo l’assenza della mia vocazione. Sentivo che il Signore mi chiedeva di rinunciare alla vita tranquilla all’interno della mia congregazione religiosa per uscire nelle strade a servire i poveri. Era un ordine non era un suggerimento, un invito o una proposta”. Così fece Teresa, dedicando il resto della sua vita a malati ed emarginati rispettando il valore della persona e la profonda dignità di ciascuno.