La tuffatrice bolzanina, in coppia con la trentina Francesca Dallapè, vince l’ennesima medaglia d’oro agli Europei di Londra, questa volta nei tuffi sincronizzati da tre metri con il punteggio totale di 327,81, davanti alle britanniche Alicia Blagg e Rebecca Gallantree, padrone di casa. Per le due azzurre è l’ottavo titolo consecutivo da quando esordirono a Torino 2009. Una marcia trionfale per una coppia inossidabile che regala la centesima medaglia d’oro della storia della Federnuoto ai Campionati Europei (28 tuffi, 47 nuoto, 8 pallanuoto e 17 nuoto di fondo).
Per Tania Cagnotto è il regalo più bello – dopo gli ori da uno e da tre metri e l’argento nella gara di sincro misto in coppia con l’altoatesino Maicol Verzotto – proprio nel giorno del suo trentunesimo compleanno. L’azzurra, appartenente al gruppo sportivo delle Fiamme Gialle e della Bolzano Nuoto, centra così il suo ventesimo oro, il dodicesimo a livello individuale, tornando in testa nel ranking europeo con ventinove metalli totali, davanti di due lunghezze al tedesco Patrik Hausding.
Carriera interminabile quella di Tania se si pensa che le prime medaglie le conquistò nel 2002 agli Europei di Berlino, bronzo nei tuffi sincro da tre metri (allora in coppia con la romana Maria Marconi) e argento dalla piattaforma.
Figlia d’arte – il padre (e suo allenatore) Giorgio Cagnotto ha vinto numerose medaglie in campo mondiale ed europeo nel corso degli anni settanta, mentre la madre, Carmen Casteiner, dominava la scena italiana dei tuffi in campo femminile nello stesso periodo – è stata la prima tuffatrice italiana ad aver conquistato una medaglia mondiale (Montreal 2005) e l’unica ad aver vinto una medaglia d’oro, il 28 luglio 2015 a Kazan, in Russia, nel trampolino da un metro. È considerata, a ragione, la più grande tuffatrice italiana di tutti i tempi.
Rimane per lei un grande sogno: una medaglia alle Olimpiadi.
Ci andò vicinissima nel 2012 a Londra, dove arrivò ai margini del podio, conquistando due quarti posti. Ma fu soprattutto la gara individuale dai tre metri a darle la più grande delusione della sua carriera. Il 5 agosto perse infatti il bronzo per soli 20 centesimi di punto, a vantaggio della messicana Sanchez Loto: 362,20 contro 362,40!!
Dopo quella gara dichiarò che le Olimpiadi per lei erano maledette e che i Giochi non facevano per lei. Erano il suo sogno sì, ma la vita era altro.
Ora dopo 4 anni e tanti trionfi ha ancora un’altra possibilità, Rio 2016. La sua ultima occasione. E chissà che l’inno di Mameli che ieri sera risuonava all’Aquatics Center possa essere ascoltato anche tra due mesi e mezzo in Brasile.
Una così grande campionessa lo meriterebbe, per poter passare di diritto dalla storia alla leggenda.