Nel 2022, 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10, le situazioni peggiori a Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia che hanno registrato più del doppio degli sforamenti. Rispetto ai target europei previsti al 2030, situazione critica: fuorisoglia il 76% delle città per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per l’NO2.
Legambiente: “Per rendere le città più vivibili serve un cambio di passo e una maggiore attenzione, le nostre proposte comprendono: zone a zero emissioni, città 30 km all’ora, potenziamento del trasporto pubblico, elettrificazione autobus e sharing mobility”. Al via anche la campagna itinerante Clean Cities, dal 1° febbraio al 2 marzo che farà tappa in 17 capoluoghi per promuovere una mobilità più efficiente, sicura e pulita. Secondo il Report di Legambiente “Mal’Aria di città. Cambio di passo cercasi”, pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono lontani dai limiti normativi previsti per il 2030.
Il Report ha evidenziato i dati del 2022 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). In sintesi 29 le città delle 95 monitorate, che hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo) con le centraline di Torino che si piazza al 1° posto con 98 giorni di sforamento, seguita da Milano con 84, Asti 79, Modena 75, Padova e Venezia con 70, di fatto hanno doppiato il numero di sforamenti consentiti.
Le città che devono lavorare di più per ridurre le concentrazioni e adeguarsi ai target (20 µg/mc da non superare per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5, 20 µg/mc per l’NO2) sono:
Torino e Milano (riduzione del 43%), Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%) per il PM10; Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%) per il PM2.5.
Le città di Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%), per l’NO2.
“L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche sanitario”, dichiara Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente, in Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra 52.000 decessi annui da PM2.5, è necessario salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci che incidano sulle fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti sul trasporto pubblico, il ridisegno delle pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle 2 ruote in sicurezza, la diffusione delle ricariche dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre l’uso dell’auto”.
Andrea Minutolo, responsabile scientifico, dichiara: “Le analisi hanno evidenziato che il 76% delle città monitorate superano i limiti previsti dalla futura direttiva per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per il NO2, significa che le città italiane dovranno lavorare per adeguarsi ai nuovi limiti entro i prossimi 7 anni” e per combattere l’inquinamento in ambito urbano, l’Associazione propone una serie di interventi “a misura di città”:
- Il passaggio dalle Ztl alle ZEZ (Zone a zero emissioni), come dimostra l’esperienza di Milano e dell’ultra Low Emission Zone londinese, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%.
- LEZ anche per il riscaldamento, serve un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata e una incentivazione alla riconversione delle abitazioni ad emissioni zero grazie alla diffusione di misure strutturali, come il Superbonus.
- Potenziamento del Trasporto Pubblico e Trasporto Rapido di Massa (TRM) attraverso il potenziamento dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati.
- Sharing mobility. Incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare ulteriori percorsi ciclabili.
- Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo, “città dei 15 minuti”, sicurezza stradale verso la “Vision Zero”, “città 30” all’ora seguendo l’esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano.
- Tutto elettrico in città, anche prima del 2035, grazie alla estensione delle ZEZ alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l’istituzione dei distretti ZED (Zero Emissions Distribution).
Fonte: Legambiente