E’ stato dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali. Ciascuna specie, poco importa se piccola o grande, riveste e svolge un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e proprio in virtù del suo ruolo aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri vitali. Anche una specie che non è a rischio su scala mondiale può avere un ruolo essenziale su scala locale. La sua diminuzione a questa scala avrà un impatto per la stabilità dell’habitat. Una più vasta gamma di specie, ad esempio, significa una più ricca varietà di colture, una maggiore diversità di specie assicura la naturale sostenibilità di tutte le forme di vita, un ecosistema in buona salute sopporta meglio un disturbo, una malattia e reagisce meglio alle avversità.
La biodiversità è inoltre importante perché fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi: i cosiddetti servizi eco sistemici, suddivisi dagli specialisti in: servizi di supporto, di fornitura, di regolazione e culturali. A beneficiarne direttamente o indirettamente sono tutte le comunità umane, animali e vegetali del Pianeta. Occorre tener conto che oltre un terzo degli alimenti umani – dai frutti ai semi ai vegetali – verrebbe meno se non ci fossero gli impollinatori (api, vespe, farfalle, mosche, ma anche uccelli e pipistrelli), i quali, visitando i fiori, trasportano il polline delle antere maschili sullo stigma dell’organo femminile, dando luogo alla fertilizzazione. Ci sono 130.000 piante che vedono protagoniste le api per l’impollinazione. Purtroppo le api stanno subendo un declino drammatico in questi ultimi anni, per via della distruzione e degradazione degli habitat, di alcune malattie, dei trattamenti antiparassitari e dell’utilizzo di erbicidi in agricoltura.
L’Italia non è solo il Paese europeo più ricco di biodiversità, ma è anche quello che vanta un gran numero di farfalle. Ne conta 289 specie: in particolare la Sardegna e l’Arcipelago toscano ospitano numerose specie endemiche, cioè che non vivono in nessun altro luogo al mondo, e molte farfalle tipiche del continente si aggiungono alle faune insulari creando combinazioni uniche di specie. Preziosi e principali impollinatori, insieme alle api, le farfalle, i sifiridi e le falene, sono un elemento di forza per gli ecosistemi sani, sono specie fondamentali dal punto di vista economico e sociale, nonchè sentinelle dell’ambiente. Avvertono infatti in maniera forte le conseguenze del cambiamento climatico (che influisce ad esempio sul periodo di fioritura delle piante del cui nettare si nutrono gli stessi insetti) e dell’uso dei pesticidi, in agricoltura intensiva. In Europa, l’84% delle specie coltivate e il 78% delle tipologie di fiori dipendono, almeno in parte, dall’impollinazione animale. Secondo la Commissione europea quasi 15 miliardi di euro della produzione agricola annua dell’Ue sono attribuiti direttamente all’impollinazione ad opera degli insetti. Eppure queste varietà oggi, insieme a tanti altri animali selvatici, sono in pericolo.
Nel dossier “Biodiversità a rischio” Legambiente mette in evidenza come l’Italia pur essendo il Paese europeo più ricco di biodiversità (custodisce circa il 37% del totale della fauna euromediterranea), dal 2000 abbia visto un continuo declino delle farfalle. Nello specifico, delle 289 specie di ropaloceri valutate dalla Lista Rossa IUCN delle farfalle, una, la Lycaena helle, è estinta nella regione in tempi recenti (1926); 18 (pari al 6.3% delle specie valutate) sono quelle minacciate di estinzione e per 2 specie i dati disponibili non sono sufficienti a valutare il rischio di estinzione. Le specie quasi minacciate rappresentano un ulteriore 5,6% dei ropaloceri italiani. Tra le specie di ropaloceri valutate in pericolo critico (CR) c’è ad esempio l’Euphydryas maturna, tra quelle valutate in pericolo (EN) ci sono ad esempio la P. exuberans e la P. Humedasae. Senza contare che le farfalle sono tornate anche nel mirino dei bracconieri e del mercato nero, come dimostrano gli ultimi fatti cronaca registrati al santuario delle farfalle all’isola d’Elba. Lì sono sparite le foglie nutrici e sono state vendute online coppie di Zerynthya Cassandra (lepidottero endemico di un’area dell’Elba), a denunciare il fatto la stessa Legambiente. Per quanto riguarda invece le api, secondo gli ultimi dati della Lista rossa europea dedicata a questi insetti, il 9,2% delle 1.965 specie di api selvatiche è in via di estinzione (IUCN, 2015). Secondo la Fao, inoltre, in Europa il 37% delle api è in declino.
Nel documento l’Associazione ambientalista sottolinea il prezioso ruolo che farfalle e api svolgono da impollinatori, ma fa anche il punto sulla biodiversità italiana in pericolo ricordando che nella Penisola, stando agli ultimi dati IUCN, su 2807 sono ben 596 quelle valutate a rischio di estinzione, pari a oltre un quinto del totale e minacciate da cambiamenti climatici, sovrasfruttamento delle risorse naturali, frammentazione e perdita habitat, inquinamento e pesticidi, introduzione di specie aliene invasive. Nel Mediterraneo sono state valutate fino ad oggi quasi 6.000 specie, di cui il 25% è stato classificato come minacciato. Il dossier contiene, inoltre un focus, sull’orso marsicano con un contributo a firma di Antonio Carrara, ex presidente del Parco nazionale D’Abruzzo di cui Legambiente ha chiesto la riconferma al vertice dell’Ente per l’ottimo lavoro svolto negli ultimi cinque anni.
L’ultimo capitolo della ricerca è invece dedicata all’importante ruolo che l’Europa ha svolto e che continua a svolgere nella tutela della biodiversità a partire dallo strumento della direttiva Habitat, che dal 1992 è il pilastro della politica comunitaria di protezione della natura assieme alla Direttiva 200/17/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici. La direttiva Habitat per altro ha istituito la Rete Natura 2000, il network europeo, che si pone come obiettivo quello di proteggere e conservare gli habitat e le specie, animali e vegetali, identificati come prioritari dagli Stati dell’Ue.