Nella Giornata mondiale delle Zone Umide, slogan di quest’anno “It’s time for wetlands restoration” (“È tempo di recuperare le zone umide”), Legambiente ha presentato il Report “Ecosistemi acquatici” che racconta 12 buone pratiche e 10 proposte per tutelare e valorizzare gli scrigni di biodiversità, alleati nel contrasto alla crisi climatica ed elementi di richiamo per un turismo sostenibile. Tra i temi al centro del Report i Contratti di Fiume, strumento di programmazione e gestione strategica delle risorse fluviali, frutto di una collaborazione tra istituzioni e cittadini.
L’associazione, inoltre, propone più di 50 appuntamenti aperti alla cittadinanza alla scoperta delle zone umide in tutta Italia: l’evento di punta è il convegno “Dai Contratti di Fiume al Parco nazionale del Fiume Ofanto”, in programma a Barletta (BT) il 4 febbraio, e incentrato sull’importanza dello strumento strategico dei Contratti di Fiume. Le aree umide sono i pozzi di assorbimento di carbonio più efficaci della Terra: assorbono le piogge in eccesso, arginando il rischio inondazioni, rallentando l’insorgere della siccità e riducendo la penuria d’acqua. In Italia, le zone umide d’importanza internazionale inserite nell’elenco della Convenzione di Ramsar sono 57, distribuite in 15 Regioni, per un totale di 73.982 ettari; 9 quelle in fase di istituzione, per un totale di 66 zone umide sul territorio nazionale.
Tra le Best practices di valorizzazione l’inaugurazione del laghetto delle libellule al MUSE di Trento, dove è stato ricreato un ambiente naturale simile a quello che 150 anni fa si sarebbe potuto osservare lungo le golene del Fiume Adige: un’oasi con 4mila piante di 80 specie, laboratorio per lo studio, la conservazione naturalistica e la citizen science e ancora l’acquisto del Pantano Longarini in Sicilia da parte della Fondazione Pro Biodiversità dove sarà realizzata una delle più importanti zone umide del Mediterraneo: un progetto per sostenere il turismo sostenibile e la produzione agricola biologica e di qualità. Mentre il Polo di eccellenza per le zone umide del Canale Emiliano Romagnolo, Acqua Campus Natura, è la nuova area di tutela delle zone umide nel Parco Regionale del Delta del Po per la salvaguardia ambientale del sito e della biodiversità; nel Parco delle Groane, in Lombardia, invece è stato attivato un percorso per il contenimento delle testuggini esotiche abbandonate che mettono a rischio le popolazioni autoctone di pesci e anfibi.
Firmata anche l’intesa “L’acqua che serve alla Puglia”, tra l’Acquedotto pugliese e Legambiente per la realizzazione di iniziative scientifiche e culturali e campagne di volontariato volte a sensibilizzare sull’uso corretto e consapevole delle risorse idriche e naturali, in una Regione priva di grandi bacini idrici. Rilevanti anche le risorse destinate a Santa Fiora e Arcidosso (GR) e Rio Villese (LU) alle Associazioni di pescatori per la formazione alle guardie volontarie sulla salvaguardia degli ecosistemi acquatici e della fauna ittica delle acque interne.
Infine da evidenziare anche “Water for Future”, il Concorso sui cambiamenti climatici destinato alle scuole della Riserva MAB Ticino Val Grande Verbano, che prevede la realizzazione di fotoreportage per documentare gli effetti del climate change sul territorio e una visita didattica per i vincitori presso il Joint Research Centre della Commissione Europea.
Altro caso di approfondimento del Report sono i Contratti di Fiume in Molise dove la Regione coordina un processo per la conservazione dei suoi habitat naturali per gestire le risorse fluviali dell’Alto Volturno e del Biferno, sovra sfruttate e stressate da sversamenti, rifiuti e prelievi. A fare la differenza per la salvaguardia è stata l’attivazione di percorsi di governance destinati alla creazione di 2 Contratti di Fiume: un’opportunità offerta dal Progetto Life Nat.Sal.Mo, nato con l’intento di recuperare la trota mediterranea a rischio estinzione in Italia, attraverso il ripristino degli habitat e la tutela della natura nei 2 bacini idrografici; notizie positive anche per la conservazione della Lontra euroasiatica (Lutra lutra), cui è dedicato un focus.
In coerenza con gli obiettivi al 2030 della Strategia Europea sulla Biodiversità Legambiente, impegnata nella salvaguardia e valorizzazione degli ecosistemi acquatici, si focalizza su alcune proposte: aumentare la tutela per raggiungere il 30% di territorio protetto; rafforzare la tutela della biodiversità e la sinergia normativa; tutelare il capitale naturale e rafforzare i servizi ecosistemici; ridurre l’inquinamento degli ecosistemi acquatici; combattere le specie aliene invasive dei sistemi acquatici; ripristinare gli ecosistemi acquatici degradati; contrastare le illegalità ambientali negli ecosistemi acquatici, frenando il bracconaggio e favorendo la pesca sostenibile; sostenere la bioeconomia circolare degli ecosistemi, migliorando la fruizione turistica, la crescita di green economy, imprese giovanili e green jobs.
Fonte: Legambiente