E’ opinione diffusa che gli italiani siano un popolo di proprietari di case. E, tuttavia, non sono pochi i cittadini che la casa non la possiedono e sono costretti a ricorrere all’affitto, con pesanti ricadute sul reddito disponibile. Si calcola, infatti, che circa 1,7 milioni di famiglie sia vittima del così detto ‘disagio economico da locazione’. In altre parole, il rischio di scivolare verso forme di morosità e di marginalizzazione sociale. Il dato preoccupante emerge da una ricerca realizzata da Nomisma in collaborazione con Federcasa. Il problema è “l’incidenza del canone d’affitto che supera il 30% del reddito familiare”, fanno notare gli autori dello studio e aggiungono altri dati significativi – L’età della persona di riferimento del nucleo familiare è tendenzialmente alta. Il 28,3% supera i 75 anni, mentre il 19,6% è compreso tra 65 e 75 anni e ha un reddito molto basso: il 44,4% guadagna in un anno meno di 10.000 euro all’anno.
Si tratta di un fenomeno più accentuato nei grandi centri urbani anche se, spiega Nomisma, dall’indagine non sembrano emergere zone franche. “La dotazione di edilizia pubblica – denunciano – si conferma del tutto insufficiente consentendo di sostenere poco più di 700.000 nuclei familiari, vale a dire 1/3 di quelli che versano in una situazione problematica”. A fronte della vastità e della gravità del problema, i ricercatori rilevano la complessiva inadeguatezza delle risposte pubbliche. “Una risposta seria, convincente e necessariamente pubblica al tema del disagio abitativo – conclude Luca Dondi, direttore generale di Nomisma – dovrebbe rappresentare un obiettivo ineludibile di un’azione di governo effettivamente riformatrice”.