In Catalogna ha votato il 42% degli aventi diritto, nonostante i tentativi della Guardia Civil di ostacolare l’afflusso alle urne. Il ‘Sì’ ha ottenuto il 90% dei voti al referendum sull’indipendenza, secondo i dati quasi definitivi resi pubblici dal portavoce del governo catalano Jordi Turull. Al voto hanno partecipato 2,2 milioni di elettori. Il ‘No’ ha ottenuto il 7,8%. Quattrocento i seggi, corrispondenti a 770 mila elettori, chiusi dalla polizia spagnola, che in molti casi ha sequestrato le urne. Il vicepresidente catalano, Oriol Junqueras, ha detto questa notte che spetterà al Parlamento di Barcellona prendere la decisione di dichiarare l’indipendenza. Salgono a 844 i feriti per le cariche della polizia in Catalogna. Lo riferisce il governo catalano. Il Ministero degli interni spagnolo afferma, invece, che 33 sono gli agenti feriti, 19 tra le file della polizia, 14 della Guardia Civil
Il presidente catalano, Carles Puigdemont, ha lanciato un appello all’Europa perché cessi di ignorare la crisi catalana e le violazioni dei diritti umani di cui si è resa responsabile la Spagna: “L’Ue non può continuare a guardare dall’altra parte – ha dichiarato – abbiamo guadagnato il diritto di essere rispettati in Europa. Lo Stato spagnolo ha scritto oggi una pagina vergognosa della sua storia in Catalogna”.
Un’ondata di violenza a senso unico ha attraversato ieri la Catalogna, nel giorno che doveva essere nelle intenzioni del governo di Barcellona quello di una “gioiosa” celebrazione elettorale. E’ stata una giornata da incubo. La polizia spagnola è intervenuta con la forza in centinaia di seggi elettorali per impedire lo svolgimento del referendum d’indipendenza catalano. La mossa di Madrid non ha permesso di impedire il voto, come aveva promesso il premier spagnolo Mariano Rajoy, che aveva dichiarato “illegale” il referendum. La maggior parte degli oltre 6mila seggi, dove erano chiamati al voto 5,3 milioni di catalani, ha potuto aprire. Migliaia di persone hanno fatto la coda tutto il giorno davanti ai seggi. Ma la polizia spagnola ha potuto sequestrare molte urne.
“Oggi non c’è stato alcun referendum, è chiaro a tutti”: così il premier spagnolo Mariano Rajoy in diretta tv. “Il nostro Stato di diritto mantiene la sua forza e resta in vigore, reagisce di fronte a chi vuole sovvertirlo – ha aggiunto – Ringrazio le forze di sicurezza dello Stato che hanno tenuto fede agli obblighi e rispettato il mandato della Giustizia davanti ad un attacco così grave alla nostra legalità. Il referendum in Catalogna è stato un ricatto di pochi. La maggioranza del popolo catalano non ha partecipato alla sceneggiata degli indipendentisti- ha proseguito Rajoy – Queste persone hanno dato prova di senso civico e grande rispetto per i principi che sono alla base della nostra convivenza: oggi abbiamo constatato la forza della democrazia spagnola. Il referendum è stato una sceneggiata degli indipendentisti. La maggioranza della popolazione non ha partecipato e ha rispettato la legge senza rumore. Hanno ignorato la consultazione e si sono messi dalla parte della democrazia e della Costituzione”. “Quando in Spagna non si votava c’era il franchismo: io sono orgoglioso di essere catalano”. Lo ha detto Gerard Piquè, difensore del Barcellona, dopo la partita a porte chiuse vinta col Las Palmas, parlando in lacrime delle tensioni per il voto sull’indipendenza della Catalogna. “Il Pp e il capo del governo Mariano Rajoy mentono, dicono che siamo una minoranza, ma siamo milioni. In sette anni mai una forzatura, mai una violenza. Ma quale sia il suo livello si vede, va in giro per il mondo e non sa neanche l’inglese…”.
Martedì sciopero generale in Catalogna per denunciare la repressione dello Stato spagnolo. Lo ha annunciato ieri sera in Plaza Catalunya, Jordi Cuixart, presidente di Omnium, con l’Anc una delle due grandi organizzazioni della società civile indipendentista.