Digital transformation ed ecosostenibilità. Saranno queste le parole d’ordine del mercato del lavoro mondiale nei prossimi anni. Ed è su questo che si dovrà puntare, per evitare di accrescere quel gap tra domanda e offerta di lavoro che aumenta di anno in anno.
Il sistema informativo Excelsior di Unioncamere, ad esempio, ha realizzato una previsione dei fabbisogni occupazionali italiani tra il 2019 e il 2023, evidenziando come gran parte del lavoro passerà dalle tecnologie e dal green. Ma quali caratteristiche dovranno avere i lavoratori? La “Digital Trasformation” e l’ecosostenibilità avranno un peso determinante nel caratterizzare i fabbisogni occupazionali dei diversi settori economici, arrivando a coinvolgere circa il 30% dei lavoratori di cui imprese e pubblica amministrazione avranno bisogno nei prossimi cinque anni.
Ma in questo contesto non è tutto oro quel che luccica: la World Bank (Banca Mondiale) e l’OECD (Ocse) lanciano l’allarme sui crescenti squilibri nel mercato. Dove si scopre che il digitale sta favorendo trend negativi per i lavoratori e i redditi. L’innovazione, in quest’ottica, non sta portando a benefici diffusi sui cittadini.
Le contraddizione della rivoluzione digitale, dunque, hanno un impatto dirompente sul mercato del lavoro e portano a riscrivere profondamente i sistemi produttivi e gli stili di vita contemporanei: di questo si occupa ‘The changing nature of work and skills in the digital age’, Report realizzato dall’Hub Scientifico della Commissione europea. Lo studio rileva, infatti, che le tecnologie digitali non solo creano e distruggono posti di lavoro, ma modificano anche i ruoli che le persone svolgono sul posto di lavoro e le modalità in cui interagiscono.
“La presente relazione – si legge in un estratto pubblicato sul sito della Commissione europea – mira a far luce su alcuni dei driver chiave che vale la pena prendere in considerazione quando si valuta l’effetto delle nuove tecnologie sul futuro del lavoro e delle competenze. Combina una sintesi delle prove scientifiche più recenti e solide disponibili con la ricerca originale del CCR su questioni che sono state spesso trascurate dagli studi esistenti”.
In particolare, il rapporto fornisce nuove intuizioni sull’interazione tra automazione e organizzazione del lavoro, l’estensione e la natura del lavoro sulla piattaforma e gli schemi dei cambiamenti occupazionali nelle regioni dell’UE.
Il primo capitolo discute l’impatto della tecnologia sull’occupazione. Esamina le stime più recenti sulla creazione e la distruzione di posti di lavoro indotti dalla tecnologia e fornisce nuove informazioni sul ruolo dell’organizzazione del lavoro nel modellare l’effetto delle nuove tecnologie sui mercati del lavoro.
Il secondo capitolo discute in che modo le esigenze in termini di competenze si stanno spostando verso competenze digitali e non cognitive, dimostrando una crescente carenza di tali competenze nell’UE, che i sistemi educativi non stanno ancora affrontando completamente.
Il terzo capitolo esamina le opportunità e le sfide legate alla recente tendenza al rialzo delle nuove forme di occupazione nell’UE, concentrandosi sui risultati della seconda ondata dell’indagine COLLEEM sul lavoro sulle piattaforme nell’UE.
Il capitolo finale presenta i risultati di un nuovo studio del CCR-Eurofound sui modelli di cambiamento professionale nelle regioni dell’UE negli ultimi 15 anni, che mostra che i lavori a basso salario si sono sempre più concentrati nelle regioni periferiche mentre i lavori a salario più elevato stanno diventando sempre più concentrati nelle regioni capitali, portando a crescenti disparità territoriali, sia all’interno che all’interno degli Stati membri dell’UE.
“Il report dell’hub scientifico della UE conferma la stretta relazione tra le nuove tecnologie e il futuro del lavoro. La concretezza dell’innovazione è un dato di fatto. Avanti tutta!”: queste le parole del Ministro dell’Innovazione Paola Pisano in un post su Facebbok a commento del report “The changing nature of work and skills in the digital age” realizzato dall’Hub Scientifico della Commissione europea.