Nel 2020 sono in diminuzione sia i titoli pubblicati (-2,6% sul 2019) che le tirature (-7,2%), resta stabile il prezzo medio di copertina e aumenta la distribuzione mediante i canali on-line. Il 41,4% della popolazione di 6 anni ha letto un libro nell’ultimo anno, in aumento rispetto al 2019 (+3%). Il 73,6% dei lettori legge solo libri cartacei, il 9,4% solo e-book o libri on line, mentre lo 0,3% ascolta solo audiolibri e il 16,6% utilizza più di un supporto per la lettura (libro cartaceo, digitale, audiolibro). Lo certifica l’Istat. Nel primo anno di emergenza Covid la pubblicazione di opere in digitale ha rappresentato un’alternativa strategica degli editori per raggiungere i lettori, infatti nel 2020, l’8,9% degli editori ha dichiarato di aver pubblicato libri esclusivamente in formato e-book senza una corrispettiva versione cartacea (+3,7% rispetto l’anno precedente), per un totale di 2.113 opere. Questa modalità di pubblicazione è frequente anche tra gli operatori di minore dimensione: 6,4% micro e 10,8% piccoli editori, a fronte del 18,3% dei medi e del 18,8% dei grandi editori; tipologia di pubblicazione che riguarda l’8,1% degli editori che nel 2020 non hanno pubblicato alcun titolo cartaceo.
Gli editori tendono inoltre a integrare l’offerta digitale con una vasta gamma di prodotti e servizi che sfruttano diverse forme di fruizione dei contenuti editoriali e valorizzano l’interattività a fini pedagogico-educativi: digitalizzano i testi in catalogo (21,9% degli editori); collaborano con le piattaforme per la fruizione di audiolibri (16,8%), sviluppano forme di collaborazione con piattaforme online per la lettura in streaming dei libri in catalogo (5,8%) e ancora, sviluppano piattaforme educative digitali, materiali e supporti interattivi per la didattica via web (5,6%) e sono impegnati nella produzione di podcast (5,1%) e di audiolibri (4,8%), attività in precedenza prerogativa dei grandi editori, ma che nel 2020 sono state valorizzate da operatori di media e piccola dimensione.
Il fatturato derivante dalla vendita di contenuti digitali (e-book, audiolibri, podcast, banche dati e servizi web) non supera il 10% del totale per il 90,3% degli editori e risulta ancora contenuto indipendentemente dalla dimensione d’impresa; soltanto per il 18,8% dei grandi editori arriva a rappresentare tra l’11 e il 50% del fatturato totale. Le misure di contrasto alla pandemia adottate nel corso del 2020 hanno contribuito a dirottare la vendita di libri sia verso gli store on-line italiani (63,5%) sia verso le librerie indipendenti (59,5%), dove è stato possibile, sono stati valorizzati i canali di vendita diretta attraverso l’acquisto per corrispondenza, la vendita tramite il sito internet o presentazioni (47,8%). D’altro lato i canali di commercializzazione tradizionali legati alle librerie di catena (32,3%), gli store on-line stranieri (16,1%) e i punti vendita generici (5,2%) sono quelli per i quali è diminuita la quota di ricavato rispetto al 2019 e che hanno risentito maggiormente delle chiusure. Il futuro del settore editoriale prevede tra i canali di distribuzione strategici le librerie indipendenti (62,7%), gli store on-line italiani (62,0%) e la vendita diretta (50,9%).