Dal report Istat, pubblicato negli ultimi giorni ,risulta che nel 2021 l’offerta di Trasporto pubblico locale (Tpl) torna ai livelli pre-pandemici, la domanda non recupera, ampio il divario Nord-Sud nei servizi di Tpl dove rallenta lo sviluppo delle infrastrutture fisse, ma prosegue il rinnovamento del parco circolante e si rafforza l’offerta dei servizi di mobilità condivisa: +2,6% l’ incremento dell’offerta complessiva nei comuni capoluogo (posti-km per abitante) rispetto al 2019.
Le aree di forestazione urbana, utili alla mitigazione dei cambiamenti climatici, sono presenti solo in 55 capoluoghi su 109 (+22% di superficie rispetto al 2011) e solo 58 i comuni capoluogo che hanno adottato o approvato un Piano Urbano di Mobilità Sostenibile, registrando un +19% rispetto al 2019; mentre prosegue la transizione digitale: il 34% dei servizi online offerti dalle Amministrazioni dei capoluoghi è di livello elevato, in crescita del 7,9%; aumentano i consumi finali di energia (+6,4%) e migliora l’efficienza energetica dell’illuminazione stradale (+10,7% di punti luce a Led). Il 29% della popolazione residente nei capoluoghi ha il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, il 5% in più rispetto al 2019
Decisamente più fruibili i servizi digitali per cittadini e imprese, il PNRR prevede un intervento organico per migliorare funzionalità e accessibilità dei servizi digitali di tutte le PA e per quanto riguarda i capoluoghi, nel 2021 aumenta la diffusione dei servizi online che consentono ai cittadini di concludere l’iter di alcune pratiche amministrative per via telematica, si passa dal 26,5% al 34,5% dei servizi offerti dal comune. Variano di poco, invece, le quote dei servizi online di livello intermedio (scarico e inoltro della modulistica) diminuisce la quota dei servizi non accessibili online o che consentono la visualizzazione delle informazioni necessarie (dal 31% al 24%).
A livello territoriale i progressi più rilevanti si osservano nei capoluoghi del Nord-est (dal 38% al 51,7%), del Nord-ovest (dal 34% al 40,7%) e del Centro (dal 25% al 37%). Nel Mezzogiorno, i valori restano al di sotto della media, e il progresso dei servizi di livello elevato è contenuto (dal 16,7% al 24% nel Sud e dal 9% al 14,8% nelle Isole); tra i capoluoghi metropolitani, Torino, Venezia, Genova, Bari e Roma offrono più del 60% dei servizi online con livello elevato di digitalizzazione mentre Firenze e Cagliari dispongono di servizi di livello intermedio.
Esaminando i servizi di livello elevato più diffusi e utilizzati, si osserva che, tra i servizi rivolti ai cittadini, il 61,5% dei comuni offre il rilascio di Certificati anagrafici e il 57,8% servizi di supporto alle mense scolastiche, mentre tra i servizi rivolti alle imprese, il 61,5% dei comuni offre lo Sportello unico per le attività produttive (Suap), il 56% i Permessi di costruire e il 55% la Dichiarazione di inizio attività produttiva (Diap) e lo Sportello unico per l’edilizia (Sue).
Tornano decisamente a crescere gli acquisti con applicazione di Criteri Ambientali Minimi, nel 2021, su 102 comuni capoluogo che hanno effettuato almeno 1 acquisto per le 18 categorie di beni e servizi regolamentate dai Criteri Ambientali Minimi (Cam), 89 hanno applicato i corrispondenti Decreti attuativi; in crescita, rispetto al 2020, quando si era osservata una diminuzione dei comuni con applicazione di Cam (82). L’applicazione dei Cam è più diffusa nelle città del Nord e del Centro, infatti ha riguardato, in media, 7,5 categorie di beni e servizi acquistati nel Nord (76,5% delle categorie acquistate contro 71,9% del 2020) e 7,3 categorie nel Centro (77,7% contro 74,2% del 2020), stabile il dato dei capoluoghi del Mezzogiorno (3,7 categorie, pari al 35,9%).
Nel 2021, tutte le 14 Amministrazioni dei capoluoghi metropolitani hanno applicato i Cam in media per 5,2 categorie di beni e servizi acquistati (73%), ma i Cam sono applicati estesamente a Genova (9 categorie, nel 75% dei casi), Torino (8 categorie, 100% dei casi), Venezia (7 categorie, 87% dei casi), Reggio di Calabria (7 categorie, 100% dei casi) e Roma (6 categorie, 100% dei casi); indietro Messina (3 categorie, 100% dei casi), Napoli (2 categorie, 100% dei casi) e Catania (1 categoria, 13% dei casi).
Maggiori difficoltà nell’applicazione dei Cam nelle città medie e piccole, dei 102 comuni capoluogo che hanno effettuato acquisti per almeno una categoria di beni e servizi regolamentata dai Cam, 49 hanno lamentato difficoltà nell’applicazione e 6 di questi hanno effettuato gli acquisti senza applicarli.
Le principali difficoltà riscontrate dalle Amministrazioni comunali sono riferite a problemi per le verifiche di conformità alle specifiche tecniche dei Cam (31,4% dei comuni che hanno effettuato acquisti), la mancanza di conoscenza e formazione di tecnici e funzionari comunali (30%), l’interpretazione delle norme e la stesura dei capitolati di gara (27,5%) e la difficoltà, infine, di reperire fornitori idonei nelle piattaforme della PA e nel libero mercato (20,6%). I capoluoghi di provincia (non metropolitani) riferiscono maggiori difficoltà nell’applicazione dei Cam: il 33% ha problemi per le verifiche di conformità, il 34% per mancanza di formazione, il 29,5% per la normativa complessa e il 21,6% per la mancanza di fornitori, senza differenze rilevanti tra le ripartizioni territoriali; tra le Amministrazioni dei capoluoghi metropolitani, difficoltà sono riportate solo da Venezia, Bologna e Bari.
Fonte: ISTAT