Introdacqua è un piccolo Comune della provincia dell’Aquila. Si trova nella Valle Peligna su un colle situato alla confluenza di due valli che lo abbracciano, quella di Contra e quella di Sant’Antonio. La cittadina è a circa 642 metri sul livello del mare e in tempi antichi era denominata Interaquas, ovvero “paese costruito tra le acque”.
La prima fonte scritta nella quale si parla per la prima volta di Introdacqua è datata 983. Il primo nucleo urbano di epoca preromana era collocato sulla vetta del monte Plaja e solo in età medievale la popolazione del posto si stabilisce nell’attuale collocazione. Quindi l’origine di Introdacqua per come la conosciamo oggi non va più indietro del IX secolo.
Il paese abruzzese ha subito invasioni e saccheggi da parte di Longobardi, Saraceni, Franchi e Normanni e durante l’occupazione normanna nel 1173 la città viene affidata ai Conti Di Sangro, il cui dominio dura fino al 1239.
Dopo i Conti Di Sangro si sono alternate al potere diversi feudatari minori, fino ai Conti d’Aquino. In seguito al sisma del 1349, il feudo passa nelle mani di Francesco d’Aquino che avrà un ruolo importante durante le guerre tra Angioini e Aragonesi. Infatti, dal 1443 Introdacqua viene assoggettata dagli Aragonesi e lo sarà fino al 1516.
Nel 1548 invece l’imperatore Carlo V assegna a Francesco Ferdinando d’Avalos il possesso dei Cinque Castelli della Montagna, tra cui appunto Introdacqua. Poco dopo però il dominio dei d’Avalos viene interrotto dal ritorno della famiglia dei Di Sangro.
Tra il 1708 e il 1798 il borgo segue le vicende dell’invasione dei Borbone, mentre fino al 1815 sarà coinvolto nelle trame belliche di Napoleone. Dopo l’Unità d’Italia Introdacqua inizia uno sviluppo economico che però si arresta nel Dopoguerra. Solo negli ultimi cinquant’anni si assiste ad una minima crescita demografica, con il ripopolamento di alcune frazioni.
Ricco di un patrimonio naturale inestimabile, perfetta per gli amanti delle escursioni e per chi è alla ricerca del relax, godendosi vedute panoramiche mozzafiato.
Molto numerose anche le tradizioni e le festività: ogni anno nella cittadina vengono svolte diverse ricorrenze, come i “fuochi di Sant’Antonio”. Caratterizzato da decine di falò dove possono essere degustati i prodotti della gastronomia locale in particolare i tipici “reneti”, granoturco bollito accompagnati da del buon vino e salsicce di maiale. Particolarmente significativa è anche la Festa del Sole, dove le persone salgono sulla Plaia per assistere il sorgere del sole sulla Majella in allegria in uno spettacolo davvero incantevole e suggestivo.
Il territorio di Introdacqua conserva numerose testimonianze di insediamenti preistorici e protostorici, tracce della presenza di popoli italici, romani e longobardi. Il Borgo medioevale cintato presenta due porte di accesso al centro storico, dette “porte della Terra”: una medioevale – a ogiva – esposta a Sud; l’altra con simbolo nobiliare, esposta a Nord. Il borgo alla sua sommità ha la zona detta de lu Castielle (il Castello) sovrastata da una Torre cintata medioevale, miglior caso di dongione medioevale conservato in Italia.
L’albero “pino nero” (pinus nigra var. italica) è il vero dominatore di queste montagne e crea meravigliose pinete verdi che circondano il paese: il suo seme viene qui raccolto, essendoci un Bosco da Seme del Pino, e distribuito in Europa, per cui il pino nero dovrebbe essere chiamato Pino Nero di Introdacqua. Faggio, abete, quercia, carpino, castagno e pioppo, secondo le fasce climatiche, colorano le montagne al mutare delle stagioni.
Nelle praterie alpine, oltre il limite degli alberi, cresce la genziana, pianta protetta dalla Regione Abruzzo e che dà il nome al monte Genzana. È frequente vedere in montagna i segni della presenza dell’orso marsicano e del lupo ed è possibile incontrare cervi e caprioli. Il cielo è spesso percorso da rapaci diurni: falchi ed aquile, e si possono avvistare anche i grifoni che si trovano nella postazione di Frattura di Scanno. I panorami sulla Conca Peligna sono incantevoli e quando lo sguardo si alza, subisce il fascino della Majella, del Gran Sasso e del Sirente. La tradizione musicale bandistica di Introdacqua è antica, risale alla fine del 1700.
Numerosi i monumenti storici: la Torre Medievale del XII secolo che sovrasta il paese; si tratta di un dongione a pianta quadrata cintata da mura poligonali. Il Castello è il borgo antico di Introdacqua e comprende le case che circondano la Torre fino al palazzo Marchesale. Il Campanile seicentesco in stile romanico costruito in pietra locale. Adiacente il Campanile è la Chiesa Madre della S.S. Annunziata, nella quale sono conservate le spoglie del patrono di Introdacqua, San Feliciano Martire; la chiesa ha una struttura interna basilicale a tre navate e custodisce affreschi medioevali e rinascimentali, in particolare quello dedicato a S. Cristoforo. Il Palazzo edificato intorno al XIII secolo viene chiamato Trasmondi, gli ultimi feudatari del paese. Fu rifugio di Giovanni Quatrario, umanista amico di Petrarca che fuggiva da Sulmona, e nel 1853 ospitò Panfilo Serafini, scrittore e patriota sulmonese, perseguitato dai Borboni per le sue idee liberali. Il Palazzo è al centro del paese su Piazza Cavour.
A ridosso del Palazzo Marchesale vi sono le due porte, dette “Porte della Terra”, che provvedevano alla difesa del vecchio borgo. Sulla chiave dell’arco della porta rivolta a nord compare lo stemma quadripartito della famiglia Trasmondi.
La Chiesa della S.S. Addolorata, di fronte alla Chiesa Madre, all’interno conserva le statue di Cristo Morto e dell’Addolorata che il Venerdì Santo vengono portate in processione. La Chiesa della S.S. trinità, ultimata nel 1706, conserva la statua della “Madonna che Vèle” Madonna che corre verso il figlio risorto durante la rappresentazione allestita nel giorno di Pasqua e che richiama in paese introdacquesi e turisti.
La Chiesa di Sant’Antonio, situata a 735 metri s.l.m., edificata nell’XI secolo in onore del santo eremita. La chiesa conserva affreschi del XV e XVI secolo recentemente restaurati.
La Chiesa rurale di S. Giovanni Battista, realizzata intorno all’XI secolo, conserva ancora affreschi originali medioevali. La Chiesa rurale della Madonna delle Grazie, realizzata intorno al XV secolo, conserva una tela ottocentesca. La Fontana Vecchia, chiamata anche “Fontavecchia”, è una vasca rettangolare sulla quale è collocato un parapetto a cortina; presenta lo stemma in pietra del paese, con inciso la data di costruzione (1706). Questa grande fontana fu per molto tempo l’unica fonte di approvvigionamento per gli abitanti di Introdacqua, altrimenti costretti a recarsi presso una delle sorgenti più vicine detta “Fonte La Strega”.