Il decreto Sicurezza varato dal Governo rappresenta un rischio per la riuscita dell’attività degli Sprar attivi in Sardegna, con ripercussioni certe sulla rete di accoglienza integrata e diffusa, su cui tanto lavoro è stato fatto negli anni. “Siamo molto preoccupati per la concreta operatività di progetti che si sono rivelati molto utili ai fini dell’inclusione dei richiedenti asilo e dei titolari della protezione internazionale nel tessuto sociale” ha detto l’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu, durante l’incontro che si è tenuto ieri con presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana, con i Sindaci e con i rappresentanti delle Associazioni che nell’Isola attuano i progetti Sprar.
“Il sistema degli Sprar è il più adatto alle caratteristiche della nostra terra – ha tenuto a sottolineare il presidente dell’Anci”. I programmi Sprar prevedono attività di accompagnamento sociale, finalizzate alla conoscenza del territorio e all’effettivo accesso ai servizi locali, tra i quali l’assistenza socio-sanitaria. Sono inoltre previste attività per facilitare l’apprendimento della lingua italiana e l’istruzione degli adulti, l’iscrizione a scuola dei minori, nonchè ulteriori interventi di informazione legale sulla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e sui diritti e doveri dei beneficiari in relazione al loro status.
“La Regione non lascerà soli gli Enti locali in questa fase di incertezza – ha assicurato Spanu -. Abbiamo già coinvolto la Conferenza delle Regioni. Riteniamo indispensabile un’azione comune, che coinvolga tutte le forze politiche interessate, finalizzata alla modifica del decreto. Dobbiamo respingere l’idea – ha spiegato – che solo i titolari di protezione internazionale possano essere accolti negli Sprar. Si tratta di un’ipotesi che determinerebbe gravi squilibri nell’intero sistema dell’accoglienza”.
Spanu si è poi soffermato sull’abrogazione del permesso di soggiorno “umanitario” per i richiedenti asilo, “la cui soppressione – ha detto – se non accompagnata da idonee misure compensative, è in grado di comportare, anche in Sardegna, gravi conseguenze sia sul piano della tutela di soggetti particolarmente vulnerabili, sia su quello dello stesso ordine pubblico”.
Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia garantisce interventi di “accoglienza integrata” dei richiedenti asilo e dei rifugiati attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Attualmente in Sardegna sono operativi 17 Sprar che ospitano 283 persone. E da alcuni mesi la Regione Sardegna ha anche lanciato una pagina web istituzionale dedicata ai temi dell’accoglienza. Un utile strumento d’informazione e orientamento a supporto di tutti coloro che desiderano conoscere i percorsi d’inclusione, con una sezione riservata ai Centri di accoglienza straordinaria che promuovono iniziative e attività. Altri ambiti sono infine destinati a progetti d’integrazione attraverso lo sport. I testi vengono tradotti in inglese, francese e in arabo.