“Le spese correnti secondo il conto economico delle Amministrazioni locali sono in crescita nel 2017, toccando i 213,4 mld di euro, pari a +0,4% rispetto al 2016 e +2,6% rispetto al 2015. Le spese in conto capitale delle Amministrazioni locali però si riducono anche nel 2017 arrivando a 25,8 mld di euro (-9,1% rispetto al 2016 e -19,8% rispetto al 2015) con una riduzione generalizzata per tutte le voci che le compongono”.
E’ quanto emerso oggi durante la presentazione del Rapporto sulla Finanza Territoriale 2018 a cura di 6 istituti regionali di ricerca socioeconomica IRES Piemonte, IRPET Toscana, SRM Napoli, Éupolis Lombardia, Ipres Puglia e Liguria Ricerche.
Al centro del rapporto, che esamina ogni anno l’andamento della congiuntura economica, finanziaria e normativa per le sue ripercussioni sugli assetti della finanza decentrata mettendo in evidenza i principali cambiamenti intervenuti dal 2008, periodo in cui le amministrazioni territoriali sono state travolte da molti cambiamenti, il tema del rilancio degli investimenti pubblici.
All’iniziativa, svoltasi a Roma nel Parlamentino del Cnel alla presenza di Tiziano Treu, presidente Cnel, e moderata da Luca Gandullia (Liguria Ricerche), sono interventi, tra gli altri, Santino Piazza (Ires Piemonte), Patrizia Lattarulo (Irpet), Angelo Grasso (Ipres), Stefano Bonaccini (presidente Conferenza delle Regioni), Vincenzo Provenzano (Università di Palermo – AISRe), Bruno Bises (Università Roma Tre, SIEP), Stefano Piperno (Centro studi sul federalismo, IRES Piemonte), Adriano Giannola (SVIMEZ).
“La novità del Rapporto 2018 sta nella delicata questione del regionalismo differenziato e nella richiesta di tre regioni di aumentare l’autonomia legislativa ed amministrativa in alcune materie. Forse, come scrive il Rapporto, non sempre a maggiori funzioni corrispondono maggiori trasferimenti di risorse economiche, ma certo è che ne derivano maggiori responsabilità. È molto positivo che tre regioni che sono tra le più virtuose ed efficienti si pongano come modello evolutivo per le altre e per il Paese. È importante anche che abbiano come obiettivo l’istruzione, la sanità, il lavoro e l’ambiente, cardini intorno ai quali ruota lo sviluppo. Come presidente del CNEL esprimo l’auspicio che né oggi né in futuro vi siano spinte centrifughe o scatti in avanti che aumentino il divario territoriale. Come si sta ribadendo a livello europeo, le politiche per la coesione sociale, ma anche le scelte di sviluppo sostenibile richiedono un approccio ampio e unitario”, ha detto Treu aprendo i lavori.
“Anche nel 2017 le azioni normative intraprese dal governo centrale a partire dal 2016 al fine di incrementare gli investimenti locali sono risultati inefficaci, nonostante il livello di attenzione prestato alla continua riduzione di tale voce sia stato sempre molto elevato”, si legge ancora nel Rapporto.
Oltre all’analisi congiunturale della finanza territoriale, la ricerca esamina le possibili cause della mancata efficacia della politica di rilancio degli investimenti degli enti locali e descrive gli strumenti, e l’utilizzo, del finanziamento degli investimenti negli stessi enti, fotografando lo stato attuale dell’autonomia tributaria regionale attraverso un’analisi dell’Irap a vent’anni dal decreto legislativo n. 446/97.
Nella parte monografica del Rapporto 2018 si approfondiscono i temi del regionalismo differenziato. Nel febbraio del 2018, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno sottoscritto un accordo preliminare con il Governo per l’attuazione di condizioni speciali di autonomia. Nonostante la diversa capacità amministrativa delle regioni nel nostro Paese e nonostante le differenze territoriali, legate anche alle capacità fiscali, quasi tutte le regioni hanno comunque avviato almeno azioni preliminari.