A Campobasso, presso lo spazio espositivo di Palazzo Gil, e fino al 17 aprile, sarà possibile vedere una mostra con 200 opere di Picasso. Non stiamo parlando delle tele del grande Pablo. L’importanza di questa esposizione, infatti, è che le opere esposte riguardano l’attività di ceramista, di disegnatore e di incisore del pittore dal baffo inconfondibile. L’esposizione, curata da Stefano Cecchetto con Piernicola Maria Di Iorio, è prodotta dalla Fondazione Molise Cultura con il Patrocinio della Regione e l’organizzazione di Arthemisia Group.
Un percorso espositivo interessante, per certi versi unico. E’ la scoperta di una operato artistico che rileva un intimità del tutto nuova; quantomeno ai più; è sicuramente un Pablo Picasso sorprendente ed inedito. Per chi ama la genialità di Picasso è una dolce scoperta perché solitamente ci si erge all’attività di pittore e difficilmente si entra nell’animo delle altre qualità artistiche del maestro.
Ecco, la rassegna vuole celebrare uno dei più grandi maestri del Novecento attraverso circa duecento di opere provenienti da diverse collezioni private: grafiche, incisioni e ceramiche del fondatore del Cubismo. Il fervore artistico di Picasso come ceramista, disegnatore e come incisore sono da considerarsi fondamentali nella riuscita artistica del maestro, mettendo in mostra determinate peculiarità della sua inquietudine, ed evidenziando la tenacia e la passione che si è manifestata fino ai suoi ultimi anni di vita.
La passione mostrata dal maestro per questa forma di arte è possibile toccarla con mano attraverso questo spazio espositivo che rende viva questa esperienza. Nell’illustrare l’importanza di questa arte per Picasso è bene conoscere che negli anni 50 egli decise di andare a vivere a Vallauris, in Costa Azzurra. Qui, nel piccolo borgo delle Alpi Marittime, che guarda al mare adiacente le famose spiagge di Antibes e Cannes, Pablo si dedicò alla ceramica. Il borgo di Vallauris, infatti, era conosciuto come la città francese della ceramica. Oggi dei 250 centri di produzione della ceramica ne rimangono, ahinoi, pochissimi. Rimane, però, il segno della presenza di Picasso che donò a Vallauris la statua “l’homme au mouton”, oggi esposta su una piazza della ridente cittadina francese, ed un affresco intitolato “Guerra e pace” dipinto nella cappella del castello medievale, oggi sede del museo d’arte moderna.
A dimostrazione, quindi, dell’articolata peculiarità artistica di Picasso che è stato un artista a tutto tondo e, forse, come molti ritengono, il più grande genio artistico del ‘900.
Questa mostra è anche un modo per celebrare la città che ospita la mostra, Campobasso, troppo decentrata rispetto ai canonici flussi turistici; il capoluogo molisano è, invece, interessante da visitare, non solo perché il terzo capoluogo più alto di Italia, ma anche perché vi è la presenza, tra gli altri, del Castello di Monforte e della cattedrale neoclassica della Santissima Trinità. Insomma, assieme a Picasso, Campobasso si apre al grande pubblico per farsi conoscere e sorprendere.