Come pensare ai più celebri film western della storia del cinema senza che la mente vada a Sergio Leone e ad Ennio Morricone?
I due erano compagni di classe alle scuole elementari e nel 1964 cominciarono a collaborare ad una sconfinata produzione artistica. La prima colonna sonora che Morricone scrisse per un film di Leone fu “Per un pugno di dollari” (1964), proseguendo per tutta la serie successiva di spaghetti-western diretti dal regista romano: Per qualche dollaro in più; Il buono, il brutto, il cattivo; C’era una volta il west; Giù la testa. Un sodalizio che durò fino all’ultimo gangster-movie leoniano: “C’era una volta in America”, che vinse il British Academy of Film and Televison Arts (Bafta) e che permise a Morricone di comporre alcune delle musiche più apprezzate.
In questi mesi Morricone è in tour e chiuderà i suoi concerti “The 60 years of Music World” il 30 agosto all’Arena di Verona, dopo aver suonato il 7 luglio al Foro Italico di Roma, uniche due tappe italiane.
Trombettista e figlio d’arte, il maestro si è dedicato per decenni non solo alla musica colta e sperimentale, ma al panorama della produzione musicale a tutto tondo. E’stato altresì uno dei promotori e animatori del gruppo d’improvvisazione “Nuova Consonanza” continuando poi a comporre musica da camera e per orchestra, come pure dedicandosi all’avanguardia jazz e rock.
Il maestro ancora oggi è solito narrare che una volta il produttore Dino De Laurentis gli offrì una villa bellissima a Los Angeles “Ma rifiutai – racconta Morricone -. Non avrei mai potuto abbandonare Roma. E’ la città dove sono nato, dove sono cresciuto, a cui si legano moltissimi ricordi. Credo che non potrei vivere in nessun’altra città del mondo”.
Del maestro, oltre al grande successo che valica il genere cinematografico, si contano diverse interpretazioni di brani entrati a far parte del mondo della canzone di alta classifica, come nel caso della Ballata di Sacco e Vanzetti “Here’s to you”, nell’esecuzione di Joan Beaez.
Per Morricone la prima nomination al Premio Oscar arrivò nel 1979 con la colonna sonora “I giorni del cielo”, a cui seguirono nel 1986 quella per “Mission”, che vinse comunque il Bafta e il Golden Globe, e successivamente (1987) per “Gli Intoccabili” premiato con il Nastro d’Argento, il Grammy Award per “Bugsy” (1992) e per “Malena” nel 2001.
Nel 2007, dopo cinque candidature non premiate, gli venne conferito il Premio Oscar alla carriera per “i suoi magnifici e multiformi contributi all’arte della musica per film”.
Morricone nel 2010 è stato il primo italiano a ricevere il Polar Music Prize dall’Accademia Reale svedese di musica, insieme alla cantante islandese Bjork. Il 28 febbraio 2016 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento alla migliore colonna sonora composta per “The Hateful Eight”,ultimo successo cinematografico di Quentin Tarantino. Nel tempo il sassofonista John Zorn ha dedicato un intero album “The Big Gundown” a riarrangiamenti integrali di due sue colonne sonore.
Morricone ha saputo inventare un nuovo modo di declinare la musica leggera (pensiamo ad esempio al barattolo che rotola all’inizio di un brano di Gianni Meccia, o allo scacciapensieri di tanti motivi western) ha saputo utilizzare e armonizzare i suoni scoperti attraverso gli studi sulla musica funzionale. Con la sua composizione ha creato un nuovo tipo di musica dettando, per oltre mezzo secolo, lo stile delle colonne sonore da film e in un certo senso anche della vita, influenzando e ispirando un gran numero di musicisti nell’ambito del pop, del rock e della musica classica.
Conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, tornerà in concerto a Verona e a Roma, lì dove batte forte il suo cuore.