Pistoia, a sorpresa, sarà nel 2017 la capitale italiana della cultura, secondo la decisione presa da una commissione creata dal Ministero dei Beni Culturali e presieduta da Mario Cammelli.
La città, che nella sua provincia ospita il Comune di Collodi (legato all’autore di Pinocchio, prima in provincia di Lucca), si è imposta su Aquileia, Como, Parma, Pisa, Spoleto, Terni, Ercolano e Taranto.
Perché a sorpresa (come ha dichiarato lo stesso ministro Franceschini)?
Perché Pistoia, che nella Divina commedia per ragioni anche municipalistiche veniva collocata in una luce sinistra, non si caratterizza in primis come città d’arte e non può vantare manifestazioni culturali di rilievo assoluto, come il festival di Mantova (città della cultura nel 2016), a parte il Pistoia festival blues, che pure è un appuntamento imperdibile per gli amanti del genere.
E’ come se la giuria avesse voluto premiare iniziative culturali (cui il Comune destina circa il doppio rispetto alla media nazionale) direttamente legate a musei e biblioteche, privilegiando così il territorio e l’intervento quotidiano, capillare, sulla spettacolarità.
E’ dunque in arrivo un milione (di euro), come nelle strisce del signor Bonaventura, però il fittissimo programma messo a punto dal Comune di Pistoia (un piano strategico che il sindaco illustra nell’intervista qui sotto) – ci tiene a sottolineare il sindaco Samuele Bertinelli – si realizzerebbe anche senza questo cospicuo contributo proprio in quanto “sostenibile” da un punto di vista finanziario.
E poi, a onor del vero, il fosco personaggio dantesco di Vanni Fucci, pistoiano ladro e violento, prima ancora che da Dante fu condannato severamente proprio dalla sua città!