Già alle soglie dell’età moderna il paesaggio divenne una grande aspirazione, un confronto auspicabilmente armonioso tra natura e intervento antropico. “S’io fossi pittore!” scriveva Ugo Foscolo in un passaggio dell’Ortis, “Che ricca materia al mio pennello!”. “Ho veduto ne’ pittori e ne’ poeti la bella e talvolta anche la schietta natura; ma la natura somma, immensa, inimitabile non la ho veduta dipinta mai”. Siamo di fronte ad una pagina tipicamente italiana neoclassica, che ha per tema la rinuncia all’autonoma bellezza della natura. E trovare una sintesi di rispettosa armonia tra il paesaggio inedito, il costruito, l’implementazione del verde non è sempre facile.
A Milano, ad esempio, Piazza Duomo ospiterà (per tre anni) palme, banani e canne di bambù, ma… non senza polemiche. Gli alberi sono finanziati dal colosso della caffetteria Starbucks, che nella più famosa piazza meneghina arriverà nel 2018 con il suo primo punto vendita in Italia.
La società americana ha vinto infatti il bando del Comune per il restyling degli spazi verdi situati dietro il monumento equestre di Vittorio Emanuele II.
Un colpo di pennello esotico nel capoluogo lombardo, che ha suscitato diverse polemiche.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha mantenuto un certo aplomb nel commentare il progetto senza sbilanciarsi in consensi entusiastici o meno, in attesa del parere della Sovrintendenza, che si esprimerà al termine dei lavori. Certo è che l’accostamento tra l’architettura del Duomo e dei palazzi che incorniciano la Piazza, con le scelte di nuova piantumazione, per molti è un vero pugno nell’occhio. Comunque contenti o no, in Piazza Duomo si alterneranno filari di palma e di banano. Verranno inoltre piantati arbusti, graminacee e piante sempreverdi con fioriture alternate durante le stagioni in diverse sfumature di rosa. In primavera fioriranno le saxifragaceae, (bergenia piccola pianta dell’Asia centrale e meridionale, utilizzata come tappezzante); durante l’estate sarà la volta delle ortensie e dell’ibisco, mentre in autunno milanesi e turisti potranno godere delle inflorescenze dei bambù cinesi (simbolo di lunga vita e di amicizia).
La nuova installazione verde porta la firma dell’architetto milanese Marco Bay. E se c’è un tema ricorrente nelle realizzazioni di Bay sono le linee. “Prediligo un contrasto tra formale ed informale – ha detto l’architetto in un’intervista – tra le forme geometriche di un’aiuola e la massa tondeggiante della chioma di un albero. Che poi ogni volta si concretizza nello sforzo di creare un’illusoria apparenza di territorio naturale che sembri quasi selvaggio e lasciato al caso – caratteristica tipica del giardino all’inglese – insieme alle forme architettoniche definite del giardino all’italiana – . Amo ciò che chiamo ‘lusso del vuoto’ , perché non ritengo sempre necessario riempire gli spazi verdi con piante ornamentali ed effetti scenografici”.
Passano i giorni, ma sulla scelta di questa scenografia non si placa la polemica. Sono in moltissimi a riconoscere il valore professionale dell’architetto, tuttavia banani e palme nella piazza simbolo di Milano assumono il senso di una contraddizione in termini o peggio.
Ciò detto, nella pur discussa cornice si attende l’apertura di Starbucks, già presente in moltissime grandi città del globo.
Il primo negozio della catena venne aperto nel 1971 a Seattle, ma la svolta arrivò nel 1983 dall’idea di Howard Schultz, storico amministratore delegato riconosciuto come vero fondatore del gruppo. Come in una sorta di circolarità, proprio nel 1983, in occasione di un viaggio a Milano Schultz sviluppò il suo progetto: portare negli Stati Uniti il sapore della caffetteria italiana e i suoi segreti, usando le migliori qualità di caffè del mondo. Ora quell’inconfondibile aroma torna a Milano, questa volta con un pizzico di esotico in più.
p.s.
E nella notte tra sabato e domenica una palma è stata bruciata da ignoti. Ecco il video tratto da Repubblica.it