L’intellettuale Gaither Stewart rivela nei suoi scritti che “La Certosa di Parma” è l’unico romanzo di Stendhal che non sia ambientato al presente. Egli scelse Parma come “luogo prediletto in cui imporre il passato sul presente”. Per lo scrittore francese la rinascimentale “cour de Parme” era il simbolo della vita di corte in generale. Secondo lo studioso americano oggi Parma riflette ancora questa confusione temporale, in cui il passato sembra presente mentre, a volte e in alcuni posti, il presente è assente.
L’intellettuale cittadella di Parma ha tre eroi: il pittore Correggio, il compositore Giuseppe Verdi e il direttore d’orchestra Arturo Toscanini. I parmensi parlano dei loro eroi come se fossero ancora vivi, a passeggio fra di loro nelle antiche strade di pietra. Il passato è sempre presente in questa moderna città medievale.
Ma oggi Parma è soprattutto cibo: è la prima città italiana dichiarata Patrimonio dell’Umanità per la sua gastronomia. La chiamavano già da tempo “capitale della Food Valley”. Ma ora Parma è anche “Città creativa per la gastronomia” dell’Unesco. Il riconoscimento è arrivato dopo una lotta all’ultimo boccone, in cui la città emiliana ha sfoderato le sue armi migliori: eccellenze gastronomiche famose in tutto il mondo e una rete di aziende e di consorzi di produttori capaci di fare squadra. Non per niente qui hanno sede l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, e Alma, la Scuola di cucina internazionale che ha come rettore Marchesi. Altro fiore all’occhiello, un sistema unico di Musei del cibo. Un colosso come Barilla ha aperto qui la sua Academia, che ospita un Istituto culinario e una Biblioteca gastronomica di oltre 8500 volumi e 4750 menu storici.
Con la possente leva di queste gloriose credenziali l’Amministrazione Pizzarotti non demorde e riprova a conquistare il prestigioso titolo di Capitale italiana della Cultura. L’anno scorso aveva perso, sconfitta da Pistoia e da altre realtà urbane, ma per il 2020 l’assessorato alla Cultura capitanato da Michele Guerra promette di dare battaglia.
Il Comune di Parma ha, dunque, annunciato la candidatura della città a Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2020: un progetto che nasce da una riflessione unitaria sui diversi “tempi” del territorio, espressa nel claim “La cultura batte il tempo”.
“La candidatura di Parma a Capitale Italiana della Cultura 2020 – ha affermato il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti – è una occasione importante che nasce con l’entusiasmo e la spinta dell’inizio di mandato amministrativo, in una situazione economica e progettuale molto più matura rispetto la candidatura che avevamo tentato per il 2017, attraverso la quale ci siamo sperimentati e tarati. Questa volta l’obiettivo è quello di vincere e lo si può raggiungere solo unendo tutte le nostre forze e lavorando alacremente fianco a fianco per far percepire i progetti prima di tutto ai cittadini e poi a chi giudicherà la nostra progettualità. Il risultato potrebbe rappresentare un significativo valore aggiunto per la città, come è stato per la nomina di Parma a Città Creativa della Gastronomia Unesco”.
“Il claim per la candidatura ‘La cultura batte il tempo’ – ha aggiunto l’assessore alla Cultura Michele Guerra – ha una doppia valenza. Significa che, in particolare in una città musicale come Parma, la cultura può davvero essere una sorta di metronomo che scandisce i tempi storici e quotidiani, di ogni strada e di ogni persona, ma allo stesso tempo è una forza in grado di abbattere le barriere. Condivisione e partecipazione sono infatti i tratti fondamentali della nostra programmazione, che, associati ad una offerta culturale di alta qualità, rappresentano la sfida della nostra candidatura e della nostra visione di città, che mira ad allargare i confini e ad andare incontro alle persone, offrendo delle occasioni che rispondano alle esigenze di tutti e che ognuno senta come pensate per il proprio benessere”.
“La cultura batte il tempo” significa intendere la cultura nel suo senso più ampio, vivo e produttivo, fattore decisivo nel processo di negoziazione che le diverse dimensioni temporali e sociali reclamano: la cultura scandisce il tempo di vita della città e nel far questo favorisce l’abbattimento degli steccati storici e sociali che rendono complicate le forme di dialogo.
“In particolare nei confronti dei giovani – ha sottolineato l’assessore Michele Guerra – la cultura della nostra città deve offrire la possibilità di partecipare a dei vasti progetti, sentendosi in essi rappresentati e protagonisti. Il dossier per la candidatura dà il segno di Parma come una città con un potenziale culturale straordinario, dove la cultura non è solo spazio di intrattenimento ma visione complessiva di città, comprendente tutti i suoi tempi storici e sociali, in perenne dialogo con tutti gli altri ambiti. In questo senso la nostra sfida è anche quella di “delocalizzare” la cultura cittadina, allargare la sua fruizione anche fuori dal centro per arrivare il più possibile alle persone, proponendo ma anche cercando di capire come coinvolgerle”.
La candidatura rappresenta un’importante occasione per identificare risposte adeguate alla necessità di un modello di sviluppo di città socialmente ed ecologicamente sostenibile, dialettica e costruttiva, forte del grande lavoro avviato in concerto dall’amministrazione pubblica, dal sistema imprenditoriale, dall’Università e sostenuto dalle maggiori istituzioni culturali attive sul territorio e riconosciute a livello internazionale.
I temi che compongono il progetto di candidatura verranno approfonditi più nel dettaglio in occasione della presentazione che verrà fatta alla città giovedì 26 ottobre 2017. Il logo della candidatura della città a Capitale Italiana della Cultura 2020 è stato realizzato dal designer Franco Maria Ricci.
Il Comitato Parma 2020 è composto da: Comune di Parma, Provincia di Parma, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Parma, Università di Parma, Complesso Monumentale della Pilotta, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Parma e Piacenza, Prefettura di Parma, Diocesi di Parma, Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Fondazione Monte di Parma, Fondazione Città Creativa UNESCO, Unione Parmense degli Industriali, “Parma, io ci sto!”, Ente Fiere di Parma, Consulta dei Popoli, Forum Solidarietà, EFSA – European Food Safety Agency, Fondazione Collegio Europeo di Parma e Scuola per l’Europa di Parma. Il comitato scientifico che sostiene la candidatura di Parma a Capitale Italiana della Cultura 2020 vanta nomi di primissimo livello quali Bernardo Bertolucci, Giulia Ghiretti, Anna Pirozzi, Elisabetta Pozzi, Franco Maria Ricci, Giacomo Rizzolatti e Massimo Spigaroli.