Pafo (gr. Παϕος) è un’antica città dell’isola di Cipro (poi detta P. Vecchia). Pafo, nella mitologia greca, è la figlia di Pigmalione, re di Cipro, e di Galatea, una statua della dea Afrodite. Galatea fu resa viva da Afrodite per esaudire la preghiera di Pigmalione che si era innamorato della statua che aveva scolpito lui stesso. La storia è narrata da Ovidio e, poi, con qualche variante dallo scrittore cristiano Arnobio.
Narra una leggenda che la dea Afrodite, protettrice dell’isola di Cipro, nacque proprio nelle acque di fronte a Pafo. Come culla scelse lo scoglio di Petra Tou Romiou, un faraglione a venti chilometri dalla città, circondato da un’incantevole baia a mezzaluna. Per gli incontri con il suo bellissimo amante Adone si spostava invece un po’ più a nord, lungo la penisola di Akmans, fino a un laghetto naturale protetto da una grotta. Si dice che le acque di questa piscina naturale, nota come i Bagni di Afrodite siano ancora oggi un elisir di giovinezza e un potente filtro d’amore.
Nel 2017, Pafo sarà la capitale europea della cultura. La cittadina, sulla costa occidentale dell’isola, è splendida come la sua abitante più illustre. Ma chi avrebbe immaginato che questo onore sarebbe spettato al ‘resort’ estivo di Cipro, un groviglio di hotel, pub con vecchi flipper, ristoranti esotici, negozi di souvenir e tutti i rimasugli del mercato di massa stile anni ’70? Anche la gente del luogo è rimasta sorpresa.
Perché è stata scelta dall’Unione Europea? La scoperta casuale di un contadino nel 1966 portò alla luce un vasto sito archeologico vicino al porto. L’Unesco ha dichiarato i suoi mosaici tra i più belli del mondo. Dagli scavi è emersa una città greco-romana, con ville, palazzi, teatri, fortezze e tombe. Il Parco Archeologico di Kato Pafo tutela molti ritrovamenti, comprese alcune ville romane con mosaici perfettamente conservati. L’odeon, un teatro all’aperto destinato alla musica e alla danza, viene usato ancora oggi per i concerti estivi. All’interno del sito c’è anche la monumentale necropoli delle Tombe dei Re, con sepolcri in stile ellenistico, egizio e romano su una scogliera a picco sul Mediterraneo.
I mosaici sono rimasti pressoché intatti in seguito al violento terremoto che intorno al 4° secolo ha raso al suolo parte di Cipro. I pavimenti sono un caleidoscopio della mitologia greca, che attraverso le stanze racconta di Apollo e Dafne, Eco e Narciso, e di altre divinità. Ora il sito è aperto ai turisti. Purtroppo quasi nulla, salvo le colonne, resta del tempio di Afrodite, nella zona di Kouklia, risalente al 1200 avanti Cristo. Eppure il nome della dea dell’amore echeggia ovunque, dà il nome a ogni attività commerciale, che sia un autonoleggio o un albergo.
Nell’era precristiana, le orde di pellegrini che arrivavano al suo trono, evocavano Afrodite prima di avere rapporti con le ancelle del tempio: fenomeno che può definirsi quasi la prima forma di turismo sessuale. Il sesso con gli estranei non era solo raccomandato, era obbligatorio. La folla non veniva qui solo per rendere omaggio alla dea ma anche per partecipare alle feste orgiastiche.
E’ Erodoto a raccontarci di Pafo, nel 5° secolo avanti Cristo: «Il più disgustoso uso babilonese obbliga le donne della zona a sedere nel tempio di Afrodite e fare sesso con lo straniero, almeno una volta nella vita. Tocca a tutte le donne, dei ceti alti e bassi, sebbene le donne più ricche si presentino al tempo su carri coperti. La donna non può rifiutare il pagamento. Una volta che lo straniero la sceglie, le mette i soldi in grembo e la porta fuori dal tempio ad avere rapporti. Le donne brutte aspettano anni prima che qualcuno se le prenda».
Lo stesso racconto lo fa James Frazer in “The Golden Bough”, letteratura comparata: «A Cipro, prima del matrimonio, le donne sono obbligate a prostituirsi con stranieri al santuario della dea. Stessa pratica di Babilonia, Armenia e Turchia». Arrivò poi il divieto dei romani e il rituale lentamente sparì. Nel 1336, il prete tedesco Ludolph di Suchen descrisse il pellegrinaggio pagano a Pafo, avvisando che il suolo di Cipro provocava lussuria negli uomini.
Pare che Afrodite o Venere, vera o mitica, sia stata la consorte del primo prete-Re di Cipro. E’ famosa per la sua bellezza, e per i suoi amanti. Botticelli la dipinse che usciva dalle acque, anzi dalla spuma creata dal pene smembrato di Urano. Anche nel 21° secolo i ciprioti continuano ad amare il mito di Afrodite nata sulla loro costa, sulla roccia di Petra tou Romiou. Al museo locale resta il monolite fallico che rappresenta la dea della fertilità e si trova una copia del mosaico di Leda e Zeus mascherato da cigno. Su queste colline Ares e Adone, amanti di Afrodite, cacciavano e si uccidevano per gelosia.